LUTTO
02 Aprile 2021 - 16:36
Rivoli ha detto addio al “cacciatore cortese”. Si sono svolti questa mattina alla parrocchia della Stella i funerali dell’architetto Ugo Cavallini che si è spento alla vigilia dei suoi intensissimi 90 anni. Cresciuto nella Torino degli anni ’30, amava spesso ricordare le molteplici attività ginniche praticate da ragazzo, interrotte troppo spesso, purtroppo, dagli eventi bellici. «A 12 anni in collegio a Varallo Sesia ricordo le suore che all’improvviso, chiudevano gli scuri delle finestre e tutte le volte, di lì a breve, nel cortile partivano raffiche di mitraglia. A quell’età era impossibile non essere curiosi e fu così che, sbirciando dalle fessure, vidi anch’io ragazzi giustiziati dal plotone di turno. Cambiava il colore della camicia di chi sparava, ma le modalità erano le stesse. Decisi di andarmene e così, senza avvisare i miei genitori, salii su un camion di repubblichini che mi diedero un passaggio sino a Porta Susa. Solo crescendo capii cosa avevo rischiato durante quel viaggio».
Nei suoi garbati racconti, il balzo dalla giovinezza all’università, arrivava in un batter d’occhio. «Quel giorno, quando decisi di iscrivermi al Politecnico, non diedi molta importanza a quella bellissima ragazza che trovai in coda con me, eppure di lì a pochi anni, diventò la donna più importante delle mia vita». Si riferiva alla sua amata Cesarina, inseparabile compagna di università ma soprattutto di una vita trascorsa assieme e, non da ultimo, madre dei suoi amatissimi figli Marco, Silvia ed Alessandra. L’iniziale carriera di docente alla facoltà di architettura, viene ben presto sostituita da quella di direttore tecnico all’Istituto San Paolo di Torino. Incarico così prestigioso da portarlo nel corso del suo trentennale servizio a progettare e coordinare la realizzazione di oltre 300 filiali in Italia ed in Europa. La libera professione, infine, lo ha occupato nell’ultimo decennio della sua carriera lavorativa.
Libero dagli impegni professionali, l’architetto Cavallini ha sempre avuto un rapporto intensissimo con l’arte. Soprattutto scultura e pittura, dove è riuscito ad esprimere al meglio le sue doti creative e manuali. Non da meno nello sport dove, nell’equitazione e nel tiro a volo, la classe ed i risultati acquisiti lo hanno portato a competere o semplicemente a confrontarsi con avversari di spessore nazionale. Senza dimenticare la caccia che è stata probabilmente la grandissima passione di quest’uomo carismatico che pareva uscito dai libri di Emilio Salgari, un coinvolgimento così intenso da portarlo a ideare e fondare più di un club nei quali, con ripetute votazioni plebiscitarie, manteneva l’incarico di presidente onorario. Innumerevoli i racconti e gli aneddoti delle avventure venatorie affrontate ovunque, soprattutto nelle savane africane dove le foto in bianco e nero che orgogliosamente mostrava, rendevano ancora più fantastiche.
Prima Cavaliere, poi Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, l’architetto Ugo Cavallini ha sicuramente rappresentato uno scorcio di classe e cultura di una Torino di altri tempi. Un galantuomo che al termine della sua brillante vita lavorativa aveva scelto Rivoli per riposarsi. Grande estimatore delle istituzioni, era solito portare un saluto ai tanti amici dell’amministrazione comunale o del Commissariato di polizia di Cascine Vica. Ultimamente amava passeggiare lungo i viali alberati, dove spesso rimaneva assorto ad osservare quello che agli occhi di molti poteva apparire un banale particolare architettonico o semplicemente una pianta o un fiore. Forme e colori che nel corso della sua esistenza erano state per lui fonte di ispirazione.
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