22 Dicembre 2011 - 22:11
Non ci sarà nessuna retromarcia. La Regione sopprimerà le Comunità montane sostituendole con libere unioni, tra i comuni classificati come montani. Ma alle Unioni di comuni saranno passate le funzioni regionali che dovrebbero continuare a garantire la gestione locale delle scelte di sviluppo e dei servizi. Lo ha detto l’assessora regionale Elena Maccanti di fronte al centinaio di dipendenti delle Comunità montane (su otre 435) che manifestavano, martedì pomeriggio, di fronte alla sede del Consiglio regionale. La Maccanti ha incontrato in strada i rappresentanti dell’Uncem, i sindaci e presidenti di Comunità montana che insieme ai sindacati manifestavano contro la soppressione in Piemonte di questo ente. «Gli stipendi, per i primi 3 anni, li pagheremo noi - ha promesso - Poi, contribuiremo sempre, anche se in forma decrescente. Il personale sarà, però, a tutti gli effetti, dipendente del Comune, in deroga al Patto di stabilità, e resterà nella pianta organica del Comune. Se il Comune non richiederà esplicitamente l’ingresso di dipendenti delle ex Comunità montane, questi verranno, comunque, assegnati agli enti che avranno in carico le funzioni che trasferiremo. In questo caso il dipendente “segue la funzione” e continuiamo a pagarlo noi».
Su Luna Nuova di venerdì 23 dicembre
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