13 Settembre 2012 - 20:39
Il movimento No Tav la scorsa primavera ha preparato un dossier sulle complesse vicende di fallimenti e rifondazioni con prestanome, sui trascorsi giudiziari di alcuni ex titolari, delle ditte che da 13 mesi stanno lavorando al cantiere della Maddalena. Su questo tema, a giugno, erano state organizzate anche due assemblee. Ma la denuncia, basata su visure camerali, sentenze di tribunale e articoli di giornale, non ha mai avuto una larga eco tra la politica. Ma Ltf risponde che tutte le commesse, prima di essere affidate, vengono segnalate al Gruppo interforze che segue il cantiere di Chiomonte, il Gitav. Questo organismo di controllo non ha mai segnalato anomalie che possano essere collegate a una contaminazione mafiosa nei cantieri Tav. I controlli antimafia vengono svolti anche per i lavori di importi sotto soglia (150mila euro). In ogni caso, mafia e ‘ndrangheta restano una delle preoccupazioni maggiori per i sindacati che da tempo chiedevano maggiori garanzie e controlli stringenti simili a quelli adottati per Torino 2006. Per questo, durante un Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato in Prefettura, è stato firmatomartedì un protocollo d’intesa (consultabile sul sito della Prefettura) tra Ltf e Fillea Cgil, Filca Cisl, Fenal Uil per la prevenzione di infiltrazioni mafiose nei lavori della Maddalena.
(di Massimiliano Borgia)
Su Luna Nuova di venerdì 14 settembre
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