L'ultimo concerto? Stasera la chiamata alle armi della musica dal vivo
SETTORE IN CRISI DA LOKCDOWN
POST-VOTO
28 Febbraio 2013 - 21:40
Non lo dirà mai Sandro Plano, presidente Pd-No Tav della Comunità montana, ma sotto sotto una piccola soddisfazione se l’è presa da queste ultime elezioni. La “vittoria mutilata” del suo partito, sia a livello nazionale che a livello locale, ha il sapore di uno schiaffo ad una linea politica che lui per primo ha sempre contestato. E ora, ironia della sorte, Pierluigi Bersani non ha avuto altra scelta che aprire al Movimento 5 Stelle per tentare di formare un governo che abbia la maggioranza anche al Senato. Sandro Plano sa bene cosa vuol dire, lui che per tre anni ha guidato la Comunità montana valle Susa e val Sangone stringendo un’alleanza con le liste civiche vicine al movimento No Tav. Una strada del tutto analoga a quella che sta tentando di percorrere il segretario Pd. Peccato che proprio per aver scelto questa strada, Plano sia stato più volte scomunicato dai vertici regionali e provinciali del suo partito, che a ogni pié sospinto non perdevano occasione per rinfacciargli quell’alleanza così disdicevole. «Non voglio togliermi nessun sassolino. Mi limito solo a ribadire che, per quanto possa valere l’esperienza fatta da quellaparte del Pd che ha sostenuto l’alleanza con liste civiche che incarnano un’anima “grillina”, l’esperienza ha funzionato. Se le intenzioni sono buone e la politica è sana, si possono tranquillamente raggiungere degli accordi sulle cose da fare».
su Luna Nuova di venerdì 1 marzo
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