POLITICA
18 Marzo 2013 - 22:57
«Puliti, stirati e pettinati»: così Umberto D’Ottavio, ex assessore provinciale ed ex sindaco di Collegno, parlamentare Pd neo eletto, descrive il new look ora predominante alla Camera dei deputati. Molti giovani informali ma nessun eccesso di trasandatezza, anzi, «anche se la cravatta per i maschi non è d’obbligo in questa camera, i grillini la indossavano comunque, risultando mediamente eleganti». Alla prima seduta in aula è emozionato anche Giorgio Airaudo (Sel), ex segretario regionale Fiom Cgil. «Il luogo è simbolico e tutto concorre a creare delle attese importanti: i ritmi, le liturgie». Pensa che il parlamentare debba essere vincolato al proprio gruppo e che il voto segreto sia inopportuno? «Il voto segreto è l’unico modo per votare liberamente. Il parlamentare deve interpretare la volontà dei cittadini. Bisogna dare tempo al movimento 5 Stelle di crescere. Il loro problema è che il loro leader non è in parlamento e la rete non può certo sostituirsi al voto in aula». Paolo Vitelli, neo eletto per Scelta civica con Monti, che affronta per la prima volta l’aula dei deputati, la descrive come «una magnifica struttura, adatta alla vita parlamentare democratica, ma troppo costosa». È iniziato un nuovo modo di fare politica? «L’aspettativa è proprio questa». La pattuglia del M5S porta in dote il senatore Marco Scibona e i deputati Laura Castelli e Ivan Della Valle. «Certo è stata una mossa azzeccata quella del Pd - ammette Scibona - ma al tempo stesso noi siamo egualmente soddisfatti, perchè senza la nostra presenza in aula non si sarebbe arrivati a queste due personalità, si sarebbero proposti i nomi dei soliti noti, questa per noi è una vittoria».
su Luna Nuova di martedì 19 marzo
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