TAV
18 Luglio 2013 - 23:33
«Lo Stato mette un freno all’alta velocità». In Francia i giornali sparano titoloni che, qui da noi, farebbero la felicità di quanti, dopo oltre 20 anni di lotta, non si sono ancora stancati di opporsi alla grande opera. A scriverlo è “Le monde”, uno dei più prestigiosi quotidiani d’Oltralpe, che sull’edizione on-line del 12 luglio riprende la notizia già circolata nelle scorse settimane: il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault ha infatti preso in consegna le raccomandazioni fornite dal dossier “Mobilità 21” in base al quale, a oggi, la tratta francese della Torino-Lione non è ritenuta prioritaria. Un’analisi frutto del lavoro svolto dalla commissione mista tecnico-politica presieduta dal deputato socialista Philippe Duron, incaricata di revisionare il piano nazionale delle infrastrutture alla luce del fatto che nei prossimi 25 anni 245 miliardi da spendere per strade, ferrovie, porti e aeroporti non ci saranno mai. Ma l’innegabile frenata della Francia sull’alta velocità non preoccupa Mario Virano, commissario di governo per la Torino-Lione nonché presidente dell’Osservatorio, che smentisce qualsiasi possibile ripercussione sulla realizzazione della tratta transfrontaliera e quindi del tunnel di base da 57 km, ritenuto un punto fermo anche dai francesi. Di più: per Virano il rinvio a tempi migliori, in questo caso a dopo il 2030, di tutte le opere d’accesso alla tratta internazionale è in realtà il segnale che la Francia ha fatto propria una “rivoluzione culturale” introdotta dall’Osservatorio da lui presieduto, e cioè l’ormai celebre “fasaggio” dell’opera.
su Luna Nuova di venerdì 19 luglio
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