SCONTRI
29 Luglio 2013 - 23:36
Se è vero che c’è stato un “salto di qualità” negli ultimi assalti al cantiere della Maddalena, anche dalle stanze della magistratura il salto di qualità non si è fatto attendere: per la prima volta in oltre 20 anni di lotta alla Torino-Lione, un gruppo di No Tav è accusato di “attentato per finalità terroristiche o di eversione” in base all’articolo 280 del codice penale, che prevede pene comprese tra sei e 20 anni di carcere. L’ipotesi di reato tira in ballo 12 attivisti residenti tra Torino e la valle di Susa: alcuni di questi sono volti noti negli ambienti dei locali comitati, altri sono legati ai centri sociali dell’area torinese. Ieri mattina hanno ricevuto un avviso di garanzia e sono stati perquisiti nelle loro abitazioni dagli uomini della digos, coordinati dal procuratore aggiunto Sandro Ausiello e dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo. Insieme alle case dei 12 indagati è stata perquisita anche l’osteria “La Credenza” di Bussoleno, su cui gravita il comitato di lotta popolare. Lunedì pomeriggio il movimento No Tav e i sindaci hanno organizzato una conferenza stampa in Comunità montana per rispondere all'azione della procura. Anche il fronte No Tav ha deciso di rilanciare: la sua principale sponda parlamentare, il Movimento 5 Stelle, sta infatti valutando di richiedere ufficialmente che venga eseguita un’ispezione ministeriale presso la procura di Torino.
su Luna Nuova di martedì 30 luglio
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