Dalle arpe a Morgan: lo spettacolo in quota tra musica, gite e circo
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17 Novembre 2014 - 23:35
La voce era che ieri il ministro delle infrastrutture non sarebbe venuto in valle di Susa per salutare la caduta dell’ultimo diaframma della seconda canna del traforo del Frejus, forse per dribblare le inevitabili domande dei giornalisti sul Tav e sulla spinosa questione dei costi. Invece, alla fine, Maurizio Lupi non ha marcato visita, dando la sua benedizione alla prima “grande opera” del terzo millennio in valle di Susa, anche se come prevedibile le domande al ministro sono state quasi tutte incentrate sul Tav, come se il raddoppio del Frejus fosse solo una buona scusa. Non siamo ancora al taglio del nastro vero e proprio e all’apertura al traffico della nuova galleria che corre parallela all’attuale tunnel. Per quello bisognerà attendere ancora qualche anno: si parla dei primi mesi del 2019, ma ora il buco c’è tutto, da un estremo all’altro, con i suoi 12mila 878 metri di cui 6mila 380 sul territorio italiano. Il raddoppio del tunnel è costato 407 milioni di euro, equamente ripartiti tra Italia e Francia e finanziati da Sitaf e Sftrf, le due società che gestiscono il traforo.
su Luna Nuova di martedì 18 novembre 2014
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