POLITICA
06 Luglio 2015 - 21:57
Una Sangon Fest blindata, quella che domenica si è conclusa con l’intervento del segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini. In paese sono piovuti carabinieri, polizia e agenti in borghese della digos, che hanno chiuso le vie d’accesso al piazzale della festa per evitare un eccessivo avvicinamento dei contestatori, che sin dai giorni precedenti avevano annunciato una manifestazione contro la presenza del leader del Carroccio: alla fine sono arrivati in 70, per lo più No Tav. Salvini è giunto a Giaveno verso le 18,30 e dopo aver salutato gli organizzatori del raduno, guidati dal segretario locale Stefano Olocco, si è concesso al “suo popolo”: la prima ora abbondante l’ha passata a farsi fotografare con i militanti, sostenitori e semplici curiosi richiamati dal clamore mediatico del personaggio. Nel comizio c’è spazio anche per il Tav: «La Lega nazionale è favorevole, ma so che a livello locale c’è contrarietà. Credo che andrebbe fatto un referendum. Sulle manifestazioni, si può contestare pacificamente qualunque cosa, ma su polizia e carabinieri non si deve alzare un dito».
su Luna Nuova di martedì 7 luglio 2015
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