TO-LIONE
29 Ottobre 2015 - 22:28
«Magari avete anche ragione, ma ormai siamo troppo avanti per fermare l’opera». La frase, pronunciata mercoledì da Graziano Delrio in persona, i sindaci No Tav se la sono appuntata e cerchiata di rosso. Mai dal 2011 in avanti, cioè da quando a Chiomonte è stato “piantato il primo chiodo”, si erano sentiti dire parole del genere dal ministro delle infrastrutture di turno. Dopodiché la solfa non cambia, perché del Delrio su un punto è stato molto chiaro: i lavori non si possono sospendere e l’opera, anche volendo, ormai non la potrebbe certo fermare. In questa cornice va inquadrato il nuovo tavolo di confronto che partirà a breve tra il governo, rappresentato dal commissario straordinario per la Torino-Lione, Paolo Foietta, e i 22 sindaci dell’Unione montana valle Susa, che segna così la ripresa ufficiale del dialogo dopo anni di “ponti tagliati”. Ma il movimento No Tav, in un'infuocata riunione post-tavolo a Bussoleno con i sindaci, è già su tutte le furie: «Che ci andate a fare se non si discute l'opzione zero?», hanno detto i leader accusando gli amministratori. Un "deja vu" rispetto alle diatribe del passato, ai tempi del progetto Fare, del documento della Riposa e dell'accordo di Pra Catinat.
su Luna Nuova di venerdì 30 ottobre 2015
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