RESISTENZA
02 Novembre 2015 - 22:48
Chi si aspettava un intervento lungo e articolato, già solo perché a pronunciarlo è il capo dello Stato, non aveva fatto i conti con Sergio Mattarella. Uomo mite, sobrio, di poche parole, come più volte è stato detto sulla sua figura. E il presidente della Repubblica, nella sua visita di sabato 31 ottobre a Forno di Coazze, ha confermato lo stile: un discorso conciso, intenso e al tempo stesso incisivo, durato lo spazio di qualche minuto. È stato lui stesso, del resto, a dire che «in questo Ossario, caro alla popolazione della val Sangone e sacro alla Patria, non vi è bisogno di lunghi discorsi. Ma di un raccoglimento, che poc’anzi abbiamo, insieme, effettuato, riconoscente e consapevole, per tanto eroismo, per tante vite spezzate, per tanto dolore, per tanto sangue versato per la causa della libertà. Eroismo, vita, vite spezzate: dolore da conservare sempre nella memoria per sapere difendere la libertà». Con queste frasi il presidente ha concluso il suo intervento, pronunciato di fronte a centinaia e centinaia di persone accorse per il 70° anniversario dell'Ossario. A seguire, l'intitolazione della scuola media di Coazze al partigiano Giulio Nicoletta.
su Luna Nuova di martedì 3 novembre 2015
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