DATI FIOM-CGIL
16 Marzo 2020 - 18:16
Al momento sono 52 le aziende metalmeccaniche della provincia di Torino, per un totale di 30mila lavoratori circa, che hanno deciso di fermare totalmente o parzialmente le attività produttive per poi riaprire quando avranno completato gli adeguamenti alle misure di prevenzione e avranno i dispositivi di protezione individuale in grado di far lavorare le persone in sicurezza. Lo rende noto la Fiom-Cgil: l'elenco aggiornato alle ore 17 di oggi comprende 23 stabilimenti di valli e cintura sud-ovest, ovvero Centro Ricerche Fiat di Orbassano, Changan di Rivoli, Confitech di Bruino, Corona di Grugliasco, Eko di Pianezza, Elbi di Collegno, Elcis Encoder di Collegno, Fca Mopar di Volvera, Fca Rivalta di Rivalta, Finder di Almese, Ge Avio di Rivalta e Borgaretto, Gmc di Caprie, Graziadio di Collegno, Hitachi Rail di Piossasco, Lear di Grugliasco, Maserati di Grugliasco, Massifond di Orbassano, Mottura di Sant'Ambrogio, Prima Industrie di Collegno, Skf di Pianezza, Smf di Rivoli e Tekfor di Avigliana. Tra le aziende di zona dove fra i lavoratori sono stati registrati dei casi positivi da Coronavirus troviamo la Lear di Grugliasco, la Maserati di Grugliasco e la Mottura di Sant'Ambrogio.
«La Fiom-Cgil, con tutti i suoi delegati - afferma il segretario provinciale Edi Lazzi - si è mossa in questi tesissimi giorni per garantire la salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Le fermate produttive, che noi caldeggiamo già dalla scorsa settimana, sono necessarie per poter dare il tempo alle aziende di prendere tutte le precauzioni possibili per evitare il contatto tra le persone negli uffici e nelle officine, per avere un piano giornaliero di sanificazione dei luoghi di lavoro, per organizzare gli orari in modo tale da evitare assembramenti. Tutto dovrà essere fatto, concordandolo con i delegati sindacali interni. Mi auguro che questi giorni di fermo delle maggiori aziende, e di gran parte della componentistica, servano per ridurre drasticamente le occasioni di contagio. La situazione è difficile, tutti bisogna fare dei sacrifici e dimostrare senso di responsabilità. Purtroppo il virus si sta diffondendo velocemente anche negli altri Paesi europei e penso che l'Unione europea debba iniziare a giocare un ruolo di coordinamento dei provvedimenti da prendere, anche per evitare che ci siano delle speculazioni economiche tra le imprese presenti nelle varie nazioni, perchè una volta superata l'emergenza sanitaria bisognerà affrontare quella economica-finanziaria».
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