PROTESTA
08 Dicembre 2020 - 17:26
«Sono 30 anni di opposizione al Tav e 15 anni da quel glorioso 8 dicembre 2005 di Venaus che ha colto di sorpresa tutti. Ci aspettano anni difficili, ma non impossibili di resistenza attiva e di lotta». Stamattina il leader storico Alberto Perino, con mascherina e visiera, ha inaugurato così l'8 dicembre No Tav a San Didero, in località Baraccone, dove nei prossimi mesi è prevista la posa delle recinzioni del futuro cantiere per lo spostamento dell'autoporto di Susa-Traduerivi.
Centinaia di manifestanti, muniti di mascherina nel rispetto delle norme anti-Covid, si sono radunati in un presidio statico per ribadire la loro contrarietà all'opera: tra loro erano rappresentate anche le amministrazioni comunali di San Didero con il sindaco Sergio Lampo, di Bussoleno con la prima cittadina Bruna Consolini e di Avigliana con gli assessori Fiorenza Arisio (in fascia tricolore) e Gianfranco Crosasso; presente anche la consigliera regionale M5S Francesca Frediani.
Dopo l'assemblea nel piazzale adiacente la statale 25, i manifestanti si sono spostati nella "steppa" tra la statale e l'autostrada, per la polentata conclusiva tra i ruderi dell'autoporto "mai nato": ormai da un mese un gruppo spontaneo di attivisti ha già iniziato a monitorare quotidianamente tutta l'area «perché non possono arrivare senza trovarci qua».
Intanto venerdì 11 dicembre, alle 15 in videoconferenza, è in programma un'audizione sulla questione Tav all'ottava commissione del Senato durante la quale sarà ascoltata anche l'Unione montana Valle Susa con i sindaci e i tecnici: un passaggio cruciale in vista della stesura del Contratto di programma tra ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ferrovie dello Stato e Telt, da cui dipendono le sorti del proseguimento dei lavori.
Servizio completo su Luna Nuova di venerdì 11 dicembre 2020
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