TORINO-LIONE
01 Febbraio 2019 - 18:49
Nella sua venuta al cantiere Tav di Chiomonte, sotto una fitta nevicata, il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini ha riaffermato a gran voce la necessità di proseguire i lavori della Torino-Lione, snocciolando le ragioni economiche e ambientali abitualmente declinate dai favorevoli all'opera. La visita è stata, come largamente prevedibile, poco più che una "passerella mediatica", utile a Salvini per ribadire la posizione favorevole della Lega anche in vista delle elezioni regionali, a dispetto della contrarietà del Movimento 5 Stelle. Il vicepremier leghista ha comunque lasciato sul campo qualche concessione agli alleati di governo: «Ora ci metteremo a discutere: hanno ragione, il progetto va rivisto, si possono tagliare spese per un miliardo».
La vera novità sta nel fatto che, per la prima volta ufficialmente, un esponente di governo ha messo sul piatto l'ipotesi di rivedere (stralciare?) il progetto della stazione internazionale di Susa: un'ipotesi per altro nell'aria da parecchio tempo, ma su cui nessuna autorità finora si era mai pronunciata così apertamente. «Ci sono opere che possono essere modificate, come la mega stazione di Susa - ha detto Salvini - I costi per l’Italia possono scendere da 4 a 3 miliardi. Ma non possiamo fermarci. Saremmo gli unici». Ai cancelli della centrale elettrica di Chiomonte anche gli attivisti No Tav hanno fatto sentire la loro voce: non è mancato qualche attimo di tensione con le forze dell'ordine, con una piccola carica della polizia in assetto antisommossa nei confronti dei manifestanti.
Servizio completo su Luna Nuova di martedì 5 febbraio 2019
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