FASE 2
11 Maggio 2020 - 22:14
Sarà lento e salato il conto alla rovescia dei bar verso la riapertura, con titolari e clienti ormai sull’orlo di una crisi di nervi. I primi alle prese con il danno, i secondi con la beffa: si può uscire di casa, ma non entrare nel bar di fiducia, uno dei punti di riferimento della vita sociale. Per non parlare dei cocktail bar, regni dell’assembramento, isole d’incontro e svago. Il grido d’allarme echeggia dalla valle a Torino. Tra i più attivi a lanciarlo è Rino Pisa, di Rosta, titolare con la compagna Elena Burlacu di uno dei più rinomati locali della movida torinese, il Traballo. A marzo questo bar ha compiuto il più triste dei compleanni: dieci candeline spente senza clienti, le serrande abbassate, il futuro zavorrato. «Credo che non sia stata sottolineata abbastanza la gravità della situazione del settore del beverage - dice Rino Pisa - Quello che bisogna capire è che noi...
Due mesi oggi. Il 12 marzo è iniziata anche la serrata delle gelaterie, un settore tra i più a rischio: diversi economisti hanno previsto che una gelateria su tre non ce la farà a riaprire. Questo soprattutto perché viene penalizzata la stagione primavera-estate, la più produttiva dell’anno, e verso la quale si stavano lanciando i negozi del gusto più italiano che ci sia. In 60 giorni è cambiato tutto il modo di lavorare. La lotta all’emergenza è stata presa di petto da molte gelaterie, che hanno aggiornato il rapporto con il cliente: se lui non può venire da noi, andiamo noi da lui. C’è chi ci ha dato dentro sul serio con questa formula, fino a ritrovarsi sfiniti ma vincenti. Uno dei casi più eclatanti è quello della gelateria Via Mazzini. Dal giorno alla notte, lo storico negozio di Alpignano e le sue filiali di Collegno e Moncalieri...
su Luna Nuova di martedì 12 maggio 2020
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