Grugliasco, la droga si pagava con le criptovalute
CRIMINALITA'
FASE 2
22 Maggio 2020 - 00:21
Riaprono quelli che ti vestono. Quelli che ti consolano per la taglia in più che hai messo sù in quarantena. Quelli che prima della pandemia ti vedevano solo ai saldi, ma andava bene lo stesso. Quelli che dopo la pandemia ti faranno compagnia nella crisi: meno soldi in tasca (non tutti, ma tanti), molta prudenza nello spendere, un rapporto che era basato sulla fiducia e che forse non sarà più lo stesso. Quelli che ti vestivano, da tempo combattevano la crisi provocata dagli acquisti on-line e dalle offerte a tutto campo dei centri commerciali, dei grandi magazzini. Lunedì hanno rialzato la saracinesca: fedeli al quartiere, al paese, attenti tanto alla tradizione quanto alle nuove tendenze, hanno spezzato un sorriso in nome della vecchia amicizia con il cliente...
Che poi la notizia più importante non è: riapre Boetto Abbigliamento. La notizia più importante è: incredibile, stavolta Boetto è rimasto chiuso. Dove non erano riuscite le difficoltà di fine Ottocento e le guerre del Novecento, è riuscito l’invisibile virus. Dal 1860 lo storico negozio di abbigliamento di Sant’Ambrogio si era fermato solo per le feste comandate. Un record interrotto dal coronavirus l’11 marzo, per due mesi di serrata continua mai visti prima. I giorni del lockdown sono stati anche quelli della beffa, per l’ultima generazione dei Boetto guidata da Franco: «Sono nato qui dentro, al piano di sopra. Una famiglia molto legata alla sua storia. Al prossimo lockdown, scrivo un libro...». Il sorriso sta tornando. Ma non è stato facile incassare il doppio colpo: il danno economico dello stop, la stizza per aver visto interrompersi una tradizione...
su Luna Nuova di venerdì 22 maggio 2020
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