NATURA
25 Marzo 2021 - 23:16
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Chi di noi, frequentatori della montagna, non ha mai incontrato uno stambecco? Magari riuscendo pure a fargli una foto da distanza ravvicinata? La specie, reintrodotta nelle montagne valsusine negli anni ‘90, ha ormai colonizzato gran parte della fascia più alta delle stesse, abbassandosi un po’ di quota quando nei mesi invernali il manto di neve troppo spesso impedisce anche ad un animale a suo agio sulle balze più aeree di muoversi con la consueta agilità e, soprattutto, a trovare cibo a sufficienza. Un animale tra i più confidenti, vuoi per naturale propensione, vuoi perchè protetto sin dal 1800 e quindi non diffidente verso il genere umano e le sue doppiette come ogni altro ungulato che popoli le nostre montagne. Un soggetto...
Alberto Blisa, 42 anni, è di Collegno, e si definisce un cittadino con un rapporto molto intenso con la montagna. Con tutta la montagna, con l’alpe in tutte le sue forme. Ma ha una particolare predisposizione per il vallone di Rochemolles e uno dei suoi principali abitanti, lo stambecco. «Sì, è il mio animale preferito», ammette. E come tutti gli amori si consuma anche attraverso la fotografia. Alberto ne ha scattate centinaia a questo animale possente ed elegante allo stesso tempo, che può apparire impacciato ma che a ben guardare si muove con agilità straordinaria, funambolica, su balze e cengie. «Non sono un professionista e dal punto di vista tecnico “mi arrangio” - confida - ma l’evoluzione del digitale, in questi ultimi 20 anni...
Su Luna Nuova di venerdì 26 marzo 2021
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