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COVID 19
20 Aprile 2021 - 01:02
di CLAUDIO ROVERE
Che non tutto “andrà bene” lo avevamo capito già alcune settimane dopo la ventata di patriottismo debordante dai balconi, proprio di questi tempi, un anno fa. Ed anche la campagna vaccinale, pur corroborata da numeri più in linea con la media europea in questi ultimi giorni, mostra ancora delle lacune. Anche in valle di Susa. In particolare a Susa, da dove arrivano notizie contrastanti dai due hub. Se nel primo, quello ricavato dai locali al piano terra dell’ospedale, in corso Inghilterra, il piano vaccinale procede con speditezza e ormai con una routine collaudata, forte della collaborazione fra personale medico e volontariato, nel secondo, messo in moto soltanto la settimana scorsa all’autoporto di Traduerivi, qualche vite deve ancora essere girata affinchè tutto vada secondo i piani.
Se ne sono accorti, loro malgrado, gli anziani della fascia 70-79 anni di Villarfocchiardo, chiamati domenica mattina al rito della prima inoculazione proprio in quello che con pomposità non certo molto gradita al premier Draghi viene chiamato in gergo tecnico “Drive Through”. «Sto bene e posso tornare perchè ho la fortuna di avere una famiglia che può accompagnarmi - spiega una 75enne - quindi il fatto di aver atteso il mio turno in auto per oltre un’ora ed essere stata rimandata a casa senza aver potuto effettuare il vaccino per me non è molto grave, ma non altrettanto si può dire per i miei concittadini che erano appena davanti a me in coda, loro qualche problema di salute e di logistica ce l’hanno, e hanno subìto la mia stessa sorte». «Nulla da dire sull’unico medico presente, che ha dovuto sobbarcarsi un super lavoro ed è stato disponibile molto oltre il suo obbligo professionale - continua la pensionata villarfocchiardese - ma scoprire che con l’episodio di trombosi che ho avuto qualche anno fa non potevo sottopormi alla vaccinazione perchè domenica l’unico vaccino a disposizione era Astrazeneca non è stato molto bello».
Il medico di turno, dopo l’anamnesi di routine, non ha potuto far altro che comunicare l’impossibilità di procedere con l’inoculazione. «È stato molto gentile, ripeto, ed ha ha anche provato a informarsi per telefono se per caso fosse stato possibile effettuarlo in giornata con Pfizer ad Avigliana o Rivoli, ma non c’è stato nulla da fare». La signora dovrà dunque rifare la procedura di prenotazione sul portale regionale “IlPiemontetivaccina”. «Se prenotare da soli porta a queste incomprensioni, perchè sul portale non viene richiesto di fare un’anamnesi delle potenziali fragilità - si domanda la pensionata - a cosa serve fare una pre-iscrizione? Purtroppo io e altri dovremo ritornare e nel frattempo abbiamo pure fatto perdere del tempo prezioso ai sanitari e agli altri pazienti in coda».
L’Asl To3 da parte sua invita a «contattare il proprio medico di famiglia se si ha anche un minimo dubbio, meglio fugarlo prima che in sede di hub vaccinale». Rimane il fatto che qualcosa, nella complessa macchina vaccinale piemontese, domenica non ha funzionato. E che quelle viti da regolare nel meccanismo vadano girate il più in fretta possibile.
Su Luna Nuova di martedì 20 aprile 2021
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