INTERVISTA
19 Aprile 2012 - 22:11
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Continuano a rapirlo, Paolo Bosusco. Prima i maoisti indiani, poi le televisioni, infine amici e giornali. Non è libero del tutto l’uomo che per un mese è stato ostaggio degli ultrà comunisti nell’Orissa. Paolo sta cercando di trovare il tempo di salire alla sua casa di borgata Pralesio, sopra Condove. Per ora bivacca a Torino, a casa di papà Azelio. «So che i No Tav hanno scritto ai maoisti. Qualche giornale mi ha etichettato come un capo-rivolta No Tav. Allora dico questo: ho tanti amici in valle di Susa, qualcuno è favorevole e tanti sono contrari all’alta velocità. Io non ho mai partecipato, né credo che parteciperò, a manifestazioni contro il Tav. Rispetto tutti e non appoggio nessuno. Amo la montagna e i montanari. Quelli che frequentavo prima di andarmene ormai sono tutti morti, ma l’attaccamento alla valle è rimasto intatto».
su Luna Nuova di venerdì 20 aprile
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