PROTESTA
07 Giugno 2012 - 21:42
Oscurata la verità. Questo è scritto sui cartelli che Amerigo Ferro ha portato davanti all’entrata dell’ospedale di Susa, il presidio che lui reputa colpevole della morte di suo fratello Claudio deceduto il 16 gennaio a 57 anni dopo 4 giorni di ricovero nel reparto di medicina. Subito era scattata l’accusa dei familiari contro l’equipe medica, cui era seguita la richiesta di autopsia sul corpo del fratello. Qualche giorno fa la risposta, che non gli è piaciuta: non l’ha proprio accettata. «Non ce l’ho ancora in mano, vado lunedì a Torino a ritirarla, ma da cosa mi ha letto l’avvocato ho capito che hanno tentato di mettere tutto a tacere», afferma mentre intreccia braccialetti di cotone e fa il sit-in davanti all’accesso dell’ospedale.
su Luna Nuova di venerdì 8 giugno
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