AVIGLIANA
06 Maggio 2013 - 22:34
«Se tutori e siege non arrivano, non posso mettermi in piedi e se non mi metto in piedi i tendini delle gambe si accorciano e rischio di dover fare un’altra operazione». A parlare è Sabrina Marciano, 15 anni, occhi chiari grandi e luminosi, come il sorriso con cui racconta la sua storia. Tutt’altro che allegra. Sabrina è costretta su una sedia a rotelle, in pratica fin dalla nascita. «È venuta al mondo prematura e ha subito una asfissia prenatale», spiega la mamma Marisa. Una maledizione che le ha danneggiato il sistema nervoso e le ha impedito l’uso delle gambe. Non solo, le conseguenze sono quotidiane: ogni giorno deve stare per due o tre ore su un “tavolo statico” che le permette di mettersi in verticale, una specie di esercizio fisioterapico. Il tavolo è fornito dall’Asl, come la sedia a rotelle elettrica e il letto attrezzato. Però per usare tavolo e sedia servono i tutori da indossare alle gambe e la siege (nome tecnico “unità posturale tronco-bacino”), una sorta di “sedia-guscio” da appoggiare sulla struttura della carrozzina elettrica dentro cui siede la ragazza. Dall'Asl replicano: «Colpa dei tagli alla sanità».
su Luna Nuova di martedì 7 maggio
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