PANDEMIA
17 Giugno 2021 - 23:31
di STEFANO TONIOLO
Per misurare l’impatto che la pandemia ha avuto dal punto di vista dei numeri ci sono vari modi, ma di certo quello dei decessi è un indicatore che permette di tracciare una panoramica, anchepiù particolareggiata sul territorio. In particolare ciò che permette di capire l’impatto che hanno avuto la diffusione di Sars-Cov-2 (il virus) e la Covid-19 (la malattia provocata) è la sovramortalità. Di fatto è il conto dei decessi in più rispetto alla media degli anni prima, in questo caso del periodo compreso tra il 2015 e il 2019, essendo il 2020 già un anno di pandemia con una sovramortalità piuttosto alta. Da questo punto di vista l’Istat è venuto in aiuto e, grazie a un lavoro notevole, sta rilasciando periodicamente i dati aggiornati sui decessi, anche nel 2021.
Gli ultimi dati disponibili arrivano fino al 31 marzo di quest’anno, ma basta già per capire l’andamento durante la secondo e parte della terza ondata. Prima di qualsiasi valutazione, occorre tenere a mente che analizzare i decessi in più non significa automaticamente affermare che sono tutti morti di Covid-19, ma nemmeno che non lo siano stati. Può sembrare un controsenso, ma non lo è. Infatti, al netto di una crescita dei decessi in corrispondenza dei mesi più acuti e difficili dell’epidemia, è plausibile ritenere che l’epidemia di Covid-19 abbia dato il proprio contributo. Accanto a ciò bisogna considerare che i dati sui morti spiegano l’andamento dell’epidemia, in primis perché il contesto negli ultimi mesi è comunque cambiato, soprattutto grazie alla campagna vaccinale, iniziata proprio a fine dicembre dello scorso anno.
Da parte sua la campagna vaccinale potrebbe aver inciso sulla mortalità, abbassandola, dal momento che i vaccini attualmente in circolazione servono in primis a prevenire una forma grave della malattia. Ecco perché i dati sulla mortalità non spiegano l’andamento dell’epidemia (in linea puramente teorica potremmo avere pochi morti e molti contagi), ma l’impatto che ha avuto sotto il profilo dei decessi. Complessivamente a Rivoli tra il settembre del 2020 e ilmarzo del 2021 sono stati 445, il che, se a confronto con la media degli anni 2015-2019, significa che c’è stata una sovramortalità di 112 persone, circa il 33,6% in più rispetto alla media degli anni prima. Sotto il profilo della mortalità la seconda ondata il “picco” è stato raggiunto a novembre 2020, con 82 decessi, circa il 91,6% in più rispetto alla media mensile 2015-2019. Dopo la curva ha iniziato ad abbassarsi veramente dopo gennaio di quest’anno. Dai dati emerge che la mortalità in eccesso (sopra la media) è stata molto alta anche durante la seconda ondata di contagi e durante l’inzio del 2021. Tuttavia ci sarà da aspettare ancora alcuni mesi, prima di capire veramente l’andamento in quest’ultimo periodo, ossia dal mese di marzo in poi.
su Luna Nuova di venerdì 18 giugno 2021
APPROFONDIMENTI
Inserisci un commento
Condividi le tue opinioni su Luna Nuova