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Collegno, il Folk festival rende omaggio ai medici cubani

La 14ª edizione si apre domani sera nel segno della Brigata medica Henry Reeve e del suo prezioso aiuto nella lotta contro il Covid

01 Settembre 2021 - 16:10

Collegno, il Folk festival rende omaggio ai medici cubani

Foto Associazione nazionale di amicizia Italia-Cuba

La 14ª edizione del Collegno Folk Festival, al via domani sera nella consueta location del parcheggio dei tigli di via Martiri XXX Aprile, rende omaggio alla Brigata medica Henry Reeve per il suo aiuto nella lotta contro il Covid, come segno di ringraziamento e affetto per i loro sforzi.  «In questo momento storico nel quale l’umanità, coinvolta nella lotta globale contro il Covid, si ritrova unita per un obiettivo comune - sottolinea Pino Superbo, presidente dell’associazione interculturale “Diversi ma uguali” - vogliamo riprendere quelle idee che sono fondamentali per la nostra associazione: “conoscere la diversità per scoprirci uguali”. La conoscenza di storia, cultura, musica, danze folkloristiche e arti enogastronomiche dei diversi popoli è davvero una strada privilegiata per arrivare a riconoscerci uguali, membri della stessa umanità. Oggi siamo sì uniti nella lotta contro il covid, ma intendiamo anche porre l’accento su un altro traguardo che auspichiamo ci unisca, l’impegno globale per un mondo che viva in armonia con tutto il pianeta». Sabato sera sarà ospite Claudia Morgade, consigliera dell'ufficio politico dell'Ambasciata cubana in Italia.  

Accanto al sentito ringraziamento ai medici cubani, quest’anno, il Folk festival fino a domenica 12 settembre, andrà anche alla scoperta del Lazio. Una festa, dove si potrà ascoltare buona musica, ballare e assaggiare i tipici piatti cubani e laziali. Si svolgerà nel segno della solidarietà e della convivenza pacifica. «Per il suo impegno di aiuto medico internazionale - aggiunge Moreno Bacchieri, coordinatore di www.cubainsieme.com - Cuba rappresenta un modello umanitario a cui tutti dovremmo fare riferimento. La Brigata medica Henry Reeve, nata nel 2005 per volere di Fidel Castro, ne è un esempio tangibile. Non solo perché in questa pandemia ci è venuta in soccorso “senza chiedere niente in cambio”, ma anche e soprattutto perché sono decenni che Cuba dimostra al mondo intero il suo impegno internazionalista. In 61 anni l’aiuto dei medici cubani è arrivato a quasi un terzo della popolazione mondiale. Mentre altre Nazioni hanno portato soldati, distruzione e morte in giro per il mondo, Cuba ha inviato medici e cure. Ecco perché - conclude Bacchieri - sosteniamo “senza se e senza ma” il Premio Nobel per la Pace alla Brigata Henry Reeve».  

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