TO-LIONE
07 Ottobre 2013 - 22:57
Per il popolo No Tav, l’incontro con Erri De Luca è stato come una boccata d’ossigeno, come un’iniezione di fiducia in uno dei momenti più delicati nella storia del movimento. Un’occasione per ricaricare le batterie, un incoraggiamento a non arrendersi, a tirare dritto, perché quella di resistere alla grande opera, secondo lo scrittore napoletano, è la strada giusta. E da queste parti la parola di uno come lui, piaccia o no, conta. Ma De Luca, stavolta, ha accuratamente evitato di parlare di sabotaggi. In questa fase, con i ripetuti attacchi incendiari subiti da alcune ditte impegnate nel cantiere Tav di Chiomonte, soffiare sul fuoco sarebbe stato poco opportuno sia per lui che per il movimento No Tav. Anzi, ospite a Torino prima di venire in valle, l’intellettuale ha anche aggiustato il tiro dicendo che in quella famosa intervista faceva riferimento a sabotaggi di tipo politico, e probabilmente non a caso ha calcato molto la mano sull’idea di Hollande come possibile “sabotatore” della Torino-Lione. E ai No Tav ha detto: «Voi siete la più potente lotta di popolo del dopoguerra e state dando a tutti una lezione di civiltà. Voi sarete studiati a scuola. Dopo che avrete vinto».
su Luna Nuova di martedì 8 ottobre
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