PROTESTA
19 Novembre 2021 - 11:44
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di STEFANO TONIOLO
Erano oltre un centinaio gli attivisti No Tav in coda fuori dal Tribunale di Torino e dalla caserma dei carabinieri di Susa per presentare la propria querela nei confronti del direttore del quotidiano La Repubblica Maurizio Molinari. In un'intervista televisiva su Rai3 al programma "Mezz'ora in più" condotta da Lucia Annunziata, il giornalista aveva definito i No Tav «quanto resta del terrorismo degli anni ‘70».
Erano presenti anche gli avvocati del team legale del movimento No Tav. «C’è un deposito in corso a Torino dove ci sono decine di persone, ce n’è uno analogo a Susa dove ci saranno altre decine e poi il movimento è stato contattato da esponenti in tutta Italia. Ce ne sono alcune depositate direttamente e altre attraverso gli avvocati - ha commentato l’avvocato Claudio Novaro fuori dal palazzo di giustizia - La stima finale la faremo fra un po’ di giorni, ma si parla di molte decine di querele». In ogni querela ogni singolo attivista ha motivato la legittimità dell’atto, che sia attraverso la prova della partecipazione agli acquisti collettivi dei terreni oggetto di esproprio, un foglio di via o ha partecipato dalle manifestazioni.
«È pacifico che quelle dichiarazioni siano diffamatorie, ma la questione è stabilire chi ha titolarità di presentare la querela come appartenente al movimento: chi è che si sente diffamato in quanto appartenente al movimento No Tav? È questo il nodo giuridico della questione - ha motivato Novaro - Vedremo cosa ne pensa la Procura di Milano, non di Torino, perché abbiamo individuato la competenza territoriale a Milano e non a Torino: la querele le depositiamo qua, ma verranno poi trasferite».
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