TORINO-LIONE

Sequestrati i presidi No Tav di S.Didero e dei Mulini: scatta la protesta

Il movimento lancia un ritrovo a Venaus e al Baraccone: «Non possiamo accettare che vengano chiusi i nostri luoghi di incontro

21 Novembre 2023 - 16:52

Sequestrati i presidi No Tav di S.Didero e dei Mulini: scatta la protesta

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Stamattina i presidi No Tav di San Didero e dei Mulini, a Chiomonte, sono stati posti sotto sequestro dalla digos di Torino, insieme ad alcuni terreni circostanti. Sono stati posti i sigilli su tutte le strutture presenti e le aree sono state chiuse con reti arancioni da cantiere. Ai Mulini sembra inoltre siano in corso nuove operazioni di allargamento del cantiere Tav della Maddalena, con interventi di disboscamento nei boschi circostanti. La polizia ha dato esecuzione a un'ordinanza di sequestro preventivo firmata dal gip del tribunale di Torino in quanto entrambi i presidi, già oggetto di perquisizioni la scorsa estate, sono ritenuti dagli inquirenti come "basi operative" da cui sono più volte partiti gli attacchi ai cantieri della Torino-Lione. Un'operazione che rischia di alzare la tensione in vista delle manifestazioni previste come ogni anno all'8 dicembre, per ricordare la riconquista dei terreni di Venaus del 2005.

«In mattinata - denuncia il sito Internet www.notav.info - i mezzi di lavoro hanno buttato giù il bosco antistante l’area dei Mulini, arrivando sino alla tettoia, devastando il rudere dove c’erano reperti quali la “pesta” per la canapa e i resti della forgia e abbattuto le piante della farfalla: un’opera di vera e propria devastazione del territorio che lascia intendere una volontà di allargamento del cantiere di Chiomonte. Il sequestro è ora giustificazione per devastare la montagna? Sembrerebbe che il tribunale di Torino e la questura siano stati assoldati da Telt per facilitare i lavori di allargamento del cantiere, questa volta operando per via giudiziaria». Per i No Tav «si tratta di un attacco nei confronti del movimento tutto, alla possibilità di ritrovarsi e condividere i momenti della lotta e della socialità collettiva, colpendo i luoghi simbolo del movimento No Tav. Serate danzanti e balli occitani, presentazioni di libri e proiezioni di film e docufilm su svariati temi, momenti di preghiera e riflessione, lavori collettivi, concerti, castagnate e vin brulè, apericene, pranzi e cene condivise, cacerolazo e battiture rumorose alle reti, assemblee informative e riunioni… questo e molto altro sono i presidi No Tav di San Didero e dei Mulini».

Come risposta all'iniziativa della magistratura, il movimento ha indetto per oggi un doppio appuntamento: alle 17 a Venaus per andare verso i Mulini, questa sera alle 20 sul piazzale del Baraccone di San Didero «per dare insieme una prima risposta collettiva: ovviamente non possiamo accettare che vengano chiusi i nostri luoghi di incontro, il movimento No Tav non si può estirpare ma cresce e si diffonde ogni giorno di più!». In una nota, anche la consigliera regionale Francesca Frediani (Unione Popolare) prende le difese del movimento No Tav: «I presidi sono spazi di democrazia e tutela del territorio in val di Susa. Qui si svolgono le iniziative informative, i dibattiti, gli eventi di socialità del movimento, qui è nata, cresciuta e maturata l'opposizione a quest'opera inutile e devastante, in una valle che con il passare degli anni ha visto la progressiva sottrazione dei servizi essenziali e il crollo della propria economia, sacrificata sull'altare del Tav. Questo ennesimo tentativo di criminalizzazione non intaccherà le nostre giuste ragioni e non indebolirà la nostra determinazione».

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