INCHIESTA

Appalti autostradali: la lunga mano della 'ndrangheta sull'A32

Nove misure cautelari, di cui tre in carcere e sei ai domiciliari: coinvolto anche l'ex ad di Sitalfa Roberto Fantini

05 Aprile 2024 - 10:10

La lunga mano della 'ndrangheta sugli appalti autostradali della Torino-Bardonecchia. Con la complicità, a quanto si apprende, di Roberto Fantini, 58 anni, dal 2006 al 2021 amministratore delegato di Sitalfa, società controllata da Sitaf, concessionaria A32, che ora fa parte dell’Osservatorio regionale sulla legalità e trasparenza degli appalti della Regione Piemonte, a supporto della giunta. La vicenda giudiziaria è esplosa ieri, giovedì 4 aprile, quando nella mattinata i militari dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Torino (compagnia di Venaria e stazione di Leinì) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del tribunale di Torino, nei confronti di nove soggetti i quali, secondo i numerosi elementi indiziari raccolti, sono stati destinatari del provvedimento per i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi.

Come emerge dal comunicato stampa della procura di Torino, le indagini, condotte tra il 2014 ed il 2021 dai carabinieri del Ros e della stazione di Leinì, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino, si sono concentrate su un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta che operava a Brandizzo, nel Torinese, emanazione delle ‘ndrine Nirta e Pelle originarie di San Luca, documentando come il sodalizio, caratterizzato dalla tipica struttura mafiosa, abbia operato con sistematico ricorso all’intimidazione nei rapporti con i concorrenti e offerta di protezione a vittime di atti estorsivi, infiltrandosi nell’economia legale di questo territorio attraverso aziende di edilizia e trasporti, riconducibili al gruppo criminale, che hanno ricevuto, almeno a partire dall’anno 2014, commesse da appaltatori operanti nel settore autostradale e nella realizzazione delle grandi opere per svolgere lavori di manutenzione del manto autostradale e movimento terra nella provincia di Torino.

Due soggetti, individuati quali vertice del sodalizio mafioso e direttamente coinvolti nei lavori sopra indicati, sono stati raggiunti dalla misura cautelare della detenzione in carcere, al pari di un terzo soggetto partecipe della stessa articolazione territoriale, mentre un quarto soggetto, figura di vertice di una società controllata da una concessionaria del servizio autostradale, avrebbe garantito alle imprese riconducibili all’associazione risorse economiche ed appalti, è stato raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari. Quest'ultimo sarebbe proprio Fantini: secondo gli inquirenti avrebbe aiutato ditte legate alla ’ndrangheta ad acquisire appalti "sottosoglia" (quantificati in importi inferiori ai 200mila euro che consentono assegnazioni dirette) per lavori di manutenzione dell'A32 Torino-Bardonecchia.

Ulteriori cinque misure cautelari domiciliari sono state emesse per reati di estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi. Il giudice ha inoltre disposto, nei confronti di altri sette indagati, il sequestro preventivo di somme di denaro oggetto di riciclaggio, provento di un traffico illecito di rifiuti. «Oggi le cronache restituiscono un chiaro messaggio a tutti coloro che pensano che la 'ndrangheta non abbia spazio nella nostra regione - commenta a caldo la consigliera regionale Francesca Frediani (Unione Popolare) - La notizia dell'arresto di nove persone, accusate di aver utilizzato metodo mafioso per vincere appalti, conferma le preoccupazioni che da sempre esprimiamo rispetto all'interesse della criminalità organizzata per il nostro territorio. Il coinvolgimento della società che gestisce la A32 impone di accendere un faro su tutti i cantieri presenti in val di Susa, con particolare attenzione alle attività di movimento terra, su cui da tempo chiediamo di fare chiarezza. Si prendano in esame anche tutte le procedure messe in atto per appaltare alcuni lavori nei cantieri di Chiomonte e San Didero, per verificare che si siano svolte correttamente. La scritta che domina l'ingresso della valle sul monte Musiné e che molti vorrebbero cancellare, si dimostra più che mai attuale e deve servire da monito a tutti».

Inserisci un commento

Condividi le tue opinioni su Luna Nuova

Caratteri rimanenti: 400

APPROFONDIMENTI