TORINO-LIONE

Sabato ad alta tensione: assalto No Tav ai tre cantieri, poi a fuoco il presidio di S.Didero

Nel pomeriggio incendio e occupazione dell'autostrada a Susa-Traduerivi, scontri a Chiomonte e S.Didero, nella notte incendiata la casetta sotto sequestro del Baraccone

27 Luglio 2025 - 11:31

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È stato un sabato ad altissima tensione, probabilmente oltre ogni facile previsione, quello che ieri, 26 luglio, ha fatto come ogni anno da contorno al Festival Alta Felicità di Venaus, con i cortei verso i "cantieri della devastazione" che sono stati letteralmente presi d'assalto dagli attivisti No Tav. Nel primo pomeriggio la manifestazione partita da borgata 8 Dicembre, dove stasera si concluderà la 9ª edizione del Festival musicale e culturale, si è diretta verso Susa lungo la statale 25 dividendosi poi in tre spezzoni: il primo in direzione del nuovo cantiere-deposito di smarino di Traduerivi, nell'area autoporto-guida sicura, il secondo verso Giaglione e Chiomonte, obiettivo il cantiere del tunnel geognostico raggiunto attraverso i sentieri, il terzo in treno verso la stazione di Bruzolo per poi marciare verso il cantiere del nuovo autoporto di San Didero.

Dopo aver raggiunto le recinzioni delle tre aree, i manifestanti sono riusciti a penetrare all'interno compiendo diverse azioni di sabotaggio a danno di mezzi e strutture dei tre cantieri. L'episodio più eclatante è avvenuto a Susa, con un vasto incendio ben visibile anche a distanza per via della densa nube di fumo nero che si è alzata dall'area di Traduerivi, dove è stata anche occupata l'A32 Torino-Bardonecchia (rimasta bloccata per alcune ore), dando fuoco ad alcune masserizie sulla carreggiata. Sabotaggi anche a Chiomonte e a San Didero, dove le forze dell'ordine hanno risposto lanciando lacrimogeni.

Poi, nella notte tra ieri e oggi, un incendio ha completamente distrutto il presidio No Tav di San Didero in località Baraccone, sotto sequestro ormai da tempo e quindi inutilizzato, esattamente di fronte al cantiere del nuovo autoporto presidiato h24 dalle forze dell'ordine. «Evidentemente la grande giornata di lotta popolare, conclusasi da poche ore, non gli è andata giù. Vigliacca ripicca, che certo non ci fermerà! In alto i cuori No Tav», ha scritto stamattina in un post la pagina facebook "Notavinfo Notav" commentando l'accaduto. Non è peraltro la prima volta che ciò avviene: in altre due occasioni ignoti avevano appiccato il fuoco al presidio di San Didero, prima del suo sequestro stabilito nel novembre 2023 da parte dell'autorità giudiziaria per circostanze diverse.

«Le azioni messe in campo oggi dal movimento No Tav in tutta la valle - ha scritto ieri sera il sito Internet www.notav.info rivendicando le iniziative di sabato pomeriggio - dimostrano, ancora una volta, che esiste un’opposizione irriducibile, determinata a non assistere in silenzio alla distruzione del proprio territorioÈ una difesa generosa e collettiva della montagna, della sua natura e della salute di chi qui abita ogni giorno. Un atto d’amore verso la nostra terra, di chi non si arrende e continua a lottare per un futuro che non è in vendita, né al servizio dei potenti né di interessi speculativi».

In una nota il sindaco di Venaus, Avernino Di Croce, ha voluto scindere le azioni di sabato dal Festival Alta Felicità: «I fatti di violenza verificatisi oggi nella piana di Susa sono del tutto estranei all’evento denominato “Festival dell’Alta Felicità” - una bella manifestazione musicale, pacifica - il cui svolgimento, nel perimetro delle proprie strutture comunali della cosiddetta borgata 8 Dicembre, è stato autorizzato dall’amministrazione comunale con tutte le cautele del caso e nel pieno rispetto della normativa vigente. Tra le varie misure di cautela è compresa, in particolare, una “Diffida ad adempiere”, con specifico riferimento al divieto di installazione di tende da campeggio e alla rimozione di quelle già installate nei campi privati limitrofi, in quanto privi dei requisiti normativi di cui alla legge regionale 5 del 22 febbraio 2019, nonché al regolamento regionale 11 del 29 dicembre 2022, di attuazione dell'articolo 19 della suddetta legge regionale 5/2019. Questa amministrazione non condivide alcuna forma di protesta che si esprima mediante atti violenti. Si rammarica perciò fortemente per i fatti di violenza verificatisi oggi a Susa e ne prende nettamente le distanze, non condividendone - nella maniera più categorica - né i fini, né i metodi. Osserva, peraltro, che tali fatti compromettono e pregiudicano anche il senso di una bella festa della musica, con positive ricadute sociali e culturali, nonché economiche, sul territorio di Venaus e dei comuni limitrofi».

Numerose le reazioni politiche: anche la premier Giorgia Meloni, dai suoi canali social, ha voluto esprimere la sua ferma condanna per quanto avvenuto sabato pomeriggio in valle di Susa e la sua solidarietà alle forze dell'ordine. Lo stesso ha fatto in una nota stampa il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo (Forza Italia): «Guerriglia in val di Susa, attacco allo Stato: serve tolleranza zero contro i violenti. L’ennesimo episodio andato in scena oggi, con l’assalto ai cantieri della Tav da parte delle brigate No Tav, è solo l’ultimo di una lunga serie di agguati allo Stato, agli operai che lavorano con serietà e dedizione e alle forze dell’ordine che presidiano il territorio. Dare fuoco ai container, devastare i mezzi delle imprese, bloccare un’autostrada, lanciare pietre e bombe carta contro le forze dell’ordine: questo è terrorismo urbano, non dissenso. È un attacco eversivo contro la legalità e la collettività. E come tale va represso con la massima fermezza, senza ambiguità né giustificazioni. La libertà di manifestare non può trasformarsi in una licenza di distruggere. Piena solidarietà ai lavoratori costretti a interrompere l’attività, alle imprese colpite e soprattutto alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine che anche oggi hanno fronteggiato l’assalto con coraggio e dedizione. A loro va il mio più profondo ringraziamento e il sostegno convinto dello Stato. Con il decreto Sicurezza, il governo ha dato strumenti chiari per colpire con severità chi aggredisce lo Stato. La risposta sarà sempre netta e decisa. Non faremo mai un passo indietro».

La deputata giavenese di Azione Daniela Ruffino si esprime così: «Il lancio di pietre e di bombe carta contro la polizia, come pure il blocco dell’autostrada, non sono atti in difesa dell’ambiente e contro la Tav: sono soltanto atti delinquenziali commessi da delinquenti. Alle forze dell’ordine, impegnate da anni in difesa dei cantieri, va la solidarietà e la gratitudine mia personale e di Azione, come pure di tutti quei cittadini che credono nel progresso e rispettano l’ambiente. Quanto succede nei cantieri di San Didero e Chiomonte conferma purtroppo che tutti i provvedimenti messi in campo dal governo per alzare la sicurezza sono sbagliati e inadeguati. Quello che sta accadendo in queste ore è esattamente quello che accade in quei luoghi da oltre 15 anni. Dovrebbe esserci materia di riflessione per tutti».

«Temevamo che come ogni anno il Festival - dichiarano i deputati torinesi della Lega Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto - si trasformasse nel pretesto dei soliti antagonisti No Tav per perpetrare violenze e azioni illegali come quelle che abbiamo visto oggi nei cantieri di un corridoio per noi strategico. E così è stato, con i soliti facinorosi che hanno dato sfogo alla loro furia contro i cantieri della Torino-Lione e le forze dell’ordine, lanciando pietre e bombe carta, forzando le recinzioni e appiccando almeno due incendi. Una guerriglia purtroppo annunciata. Noi stiamo dalla parte della legalità, della sicurezza e dei nostri uomini e donne in divisa, non a parole ma con i fatti. Abbiamo fatto approvare un provvedimento in parlamento per punire severamente i professionisti dei disordini nelle piazze e nelle manifestazioni pubbliche. Chi delinque in questo modo non può restare impunito».

«Condanniamo con assoluta fermezza gli atti di violenza avvenuti ai cantieri della Tav in Valle di Susa - afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Paola Ambrogio - Si tratta di un attacco eversivo, orchestrato con l’obiettivo di colpire lo Stato, le sue infrastrutture e la sicurezza collettiva. Esprimiamo massima solidarietà e gratitudine alle forze dell’ordine, che hanno affrontato aggressori dediti alla guerriglia urbana e seminare caos. È ora di dire basta a questo falso antagonismo, serve una risposta decisa su tutti i fronti: la sicurezza pubblica è un bene non negoziabile, e chi la minaccia deve essere fermato senza esitazioni. Grazie al decreto sicurezza il governo ha messo in campo strumenti efficaci per contrastare questi atti criminali, troppo a lungo tollerati da chi ha chiuso gli occhi di fronte a centri sociali e collettivi che danneggiano l’Italia e i suoi cittadini. Difenderemo lo Stato e la collettività con ogni mezzo necessario».

L'unica reazione di segno opposto arriva da Alberto Deambrogio, segretario regionale di Rifondazione Comunista: «In val Susa si è realizzato l'ennesimo episodio di un copione noto: gli attivisti No Tav devono essere messi all'angolo come persone pericolose. Chi protesta contro un'opera che si può difendere solo in nome di un modello di sviluppo distruttivo e utile solo per chi fa profitti nel costruirlo, deve essere bandito in ogni modo e essere descritto a reti unificate come delinquente. Chi oggi ha subito anche sul proprio corpo questo tipo di strategia dichiarata è parte di un movimento, che nonostante vari tentativi di disgregazione e annullamento, è in piedi per riaffermare un altro modo di vivere, lavorare e comunicare su un territorio».

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