CORONAVIRUS
31 Marzo 2020 - 01:05
Mauro Goia con la moglie Mega nel salotto di casa mentre ascoltano la loro hit in Indonesia
“Tinggal di rumah” ovvero “restiamo a casa” in indonesiano. S’intitola così l’ultima creazione del maestro rivolese Mauro Goia, poliedrico musicista che si divide tra Italia e Asia (la moglie Mega è nata a Sumatra). E proprio il Tg nazionale indonesiano, in onda su Metro Tv e visto da milioni di persone, ha per sigla questa sua canzone, che canta assieme alla moglie. «Purtroppo il virus è arrivato anche laggiù - spiega lui - e noi abbiamo cercato di dare il nostro contributo per sensibilizzare la gente a fare attenzione e a rimanere a casa». Testo e musica sono nati in una notte insonne. «Non riuscivamo a dormire - prosegue - pensavamo a tutte le persone “in prima linea” nella lotta contro questo nuovo virus, ai cambiamenti delle abitudini di ognuno di noi, agli amici lontani sparsi nel mondo». Era appena stato emanato il primo decreto in cui il governo chiedeva di restare a casa. «È stato naturale pensare a “mettere tutto in musica”», sottolinea. La mattina dopo l’hanno registrata e postata sui loro canali social, dove ha avuto subito migliaia di visualizzazioni e di like. Diverse radio l’hanno trasmessa.
«Era nata in italiano, ma poi abbiamo deciso di tradurre il tutto anche in indonesiano», dice. E di lì a poco il video è diventato virale, senza confini. «Crediamo davvero che la musica sia un potente mezzo di comunicazione che ha la possibilità di arrivare a tutti - afferma - è immediata e suscita sempre emozioni». La canzone vuole semplicemente essere «un invito a non mollare e una speranza a tornare a riabbracciarci presto di persona. Ma intanto restiamo a casa, per il bene nostro e della comunità dei figli che ci sono e di quelli che verranno». E per coloro che, costretti a lavorare, lo fanno con abnegazione, negli ospedali: “Per te che tutti i giorni all’ospedale/ col sorriso mi difendi dal mio male, #iorestoacasa”. E ricorda che stare chiusi in casa può dare opportunità. Lui lo ha imparato sulla sua pelle quando era ancora un bambino. «Io devo tutto al morbillo, preso a 4 anni, che mi costrinse a stare a letto per 15 giorni, lontano dalla scuola e dai compagni di gioco», ammette. Non sapendo come passare il tempo, ha iniziato a strimpellare su un organetto elettronico che avevamo in casa. «Ed è stato allora che ho capito che il mio grande sogno era diventare un artista - confessa - Da quel momento non ho più smesso di sognare. Oggi, finalmente, lo sono: nel cuore, nella vita, nel lavoro».
Chi lo ha conosciuto, negli anni della sua giovinezza, intento a cavar fuori un po’ di arte dai giovanissimi del San Giuseppe per cui ideava e costruiva musical o colonne sonore, non si meraviglia dell’entusiasmo insito in questa affermazione, né della sua vena romantica. E la conferma arriva scorrendo i titoli di testa di alcuni programmi di serate che arrivano addirittura dall’Indocina, paese ammantato di fascino dove ormai vive da qualche anno e dove lavora. Nato a Torino, cresciuto a Rivoli, dove si è formato ed ha appreso i rudimenti della musica, vive tra l’Italia e Belasi, a circa 25 km da Jakarta, dove fa il musicista ed il consulente marketing, producendo ed organizzando spettacoli e concerti. Immerso, come ha sempre voluto, nella musica. Per ascoltare la canzone e vedere il video cercare #ioresto a casa di megamauro su Google o YouTube. Per la versione Indonesiana “#tinggaldirumah megamauro”.
Eva Monti
su Luna Nuova di martedì 31 marzo 2020
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