CORONAVIRUS

Domenico e Concetta, una doppia guarigione a Villarfocchiardo

I coniugi Verduci festeggiano le Palme a casa

05 Aprile 2020 - 14:06

Domenico e Concetta, una doppia guarigione a Villarfocchiardo

di CLAUDIO ROVERE

Poteva essere una storia tragica, invece per fortuna ha avuto un lieto fine. Doppio. Sì, perchè i coniugi villarfocchiardesi Domenico e Concetta Verduci, 78 e 74 anni, erano fra i contagiati dal Coronavirus ed ora possono trascorrere la domenica delle Palme felicemente a casa, guariti. Concetta, attaccata dal Covid-19 in forma più leggera, era già stata dimessa alcuni giorni prima dall'ospedale di Susa, mentre il marito, che invece aveva un quadro clinico molto più preoccupante, anche per via di una cardiopatia pregressa, e una polmonite bilaterale, ha fatto ritorno nella casa di via Dante Alighieri nella giornata di ieri, sabato 4 aprile.

Il primo ad essere ricoverato era stato Domenico, giovedì 19 marzo. «La polmonite covava già da alcuni giorni, ma noi non ci eravamo accorti di nulla, anche perchè non presentava praticamente sintomi, come tosse o febbre - ricorda la nipote Martina - poi quella mattina nonno ha iniziato ad essere confuso, anche a dire frasi senza senso, allora ci siamo preoccupati moltissimo ed abbiamo subito telefonato al suo medico di base, la dottoressa Betty Peirolo, che non ringrazieremo mai abbastanza; lei, ricordando un caso analogo, pur in assenza dei sintomi classici, ci ha subito consigliato di farlo ricoverare, e così, per fortuna, abbiamo fatto».

Appena giunto al pronto soccorso di Susa le condizioni di Domenico Verduci erano subito apparse gravi, molto gravi. «L'hanno subito preso in carico e ci hanno detto chiaramente che la situazione era molto brutta - ricorda ancora Martina - soffriva di una polmonite che aveva già intaccato tutti e due i polmoni e su tutto questo avrebbe potuto incidere pesantemente il fatto che nonno fosse cardiopatico, con un paio di infarti alle spalle e dei bypass, e diabetico». Un quadro clinico pesante, come la sensazione di impotenza che si impossessa delle famiglie dei malati di Coronavirus in questi casi, con l'impossibilità di poter assistere da da vicino il proprio caro, che a sua volta si sente “abbandonato” pur se seguito con tutti i crismi dal personale dell'ospedale.

In tutto questo, esattamente una settimana dopo, giovedì 26 marzo, si innesta una nuova tegola sulla famiglia Verduci. Concetta, moglie di Domenico, inizia ad accusare i primi sintomi, con una leggera febbre e viene subito portata in ambulanza a Susa, dove risulta a sua volta positiva, con un primo focolaio di polmonite. La sua situazione è però, per fortuna, meno complessa di quella del marito, infatti viene trattenuta per soli tre giorni in isolamento nel pronto soccorso, senza accedere al reparto dedicato Covid-19, dove è invece ricoverato Domenico, e poi viene dimessa.

Quella di Domenico è invece una degenza per forza di cose più lunga e l'attesa per la famiglia è snervante. «La situazione era stabile, non si era aggravato, certo, ma neppure migliorato - spiega Martina - potevamo contattarlo con il telefonino, ma nonno aveva la maschera dell'ossigeno, respirava male e le conversazioni erano difficoltose». Poi, qualche giorno fa, il miglioramento. La prova di respirazione senza l'ausilio dell'ossigeno e, finalmente, insperata ad un certo punto della vicenda, la comunicazione del ritorno a casa.

«Abbiamo ricevuto una telefonata dal cellulare di nonno alle 11 di sera di venerdì - ricorda con un po' di emozione Martina - lì per lì ci siamo un po' spaventati vedendo apparire il suo nome, ma dall'altra parte c'era un medico che ci ha subito rassicurati “Non è successo nulla di brutto, non preoccupatevi, sono arrivati gli esiti del secondo tampone ed è negativo, può venire a casa, volevo che lo sapeste subito”». Quegli attimi rimaranno indelebili nella memoria di chi come Martina li ha vissuti. «Quel medico ci ha parlato come se nonno Mimmo fosse suo padre, e questo non lo potremo mai dimenticare; nel reparto Covid-19 di Susa si sono dimostrati tutti premurosi ed attenti, ma questa telefonata ci ha davvero toccato il cuore».

Su Luna Nuova di martedì 7 aprile 2020

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