EMERGENZA
13 Aprile 2020 - 23:54
di CLAUDIO ROVERE
Venere brilla luminosa sulla cima dello Chaberton nell’ora blu. Il termometro segna più 10, la notte è fresca ma godibile. In alta valle, nella sera del venerdì santo, ci sarebbe un traffico mica da ridere. Invece qui, nel regno del turismo rumoroso e della movida caciarona apres-ski, il silenzio è tornato a far rumore. La notte avvolge i giubbotti antiproiettile coperti dal giallo catarifrangente degli agenti della polizia locale dell’Unione montana, che da giorni, insieme alla polizia stradale, alla guardia di finanza ed ai carabinieri delle stazioni di Oulx e Cesana, sono impegnati in una sempre più fitta maglia di controlli per evitare nuove fughe verso le seconde case in montagna dopo quelle della prima metà di marzo. Il weekend di Pasqua è solitamente da bollino rosso da queste parti, a maggior ragione c’è il timore di una nuova migrazione verso la montagna, che provocherebbe non pochi problemi ad un tessuto sociale già provato dalla lunga emergenza e dalla forzata quarantena.
Undici uomini, coordinati dal comandante Massimo Blanc, sparsi in tre posti di blocco: al bivio di Mollieres, sulla statale 24, alle porte di Cesana, a Pragelato sulla 23 per il Sestriere, e a Jouvenceaux, all’ingresso di Sauze d’Oulx. La polstrada è posizionata poco più in basso a S.Marco di Oulx, mentre due pattuglie di carabinieri di Oulx e Cesana battono il territorio.
Alla fine, però, la notte è rischiarata soltanto dalle luci blu delle pattuglie. Il movimento, anche sulla statale del Monginevro, è ridotto ai minimi termini. La forza dissuasiva, più che repressiva, dei posti di blocco in sequenza ha funzionato. Anche se il problema delle molte luci accese nelle seconde case non è certo eliminato, visto che si stima che le persone non residenti che sia state costrette e rimanere o, nella maggior parte dei casi, lo abbiamo deliberatamente scelto, siano tre le 3 e la 4mila sul territorio Via Lattea, a cui vanno ad aggiungersi un altro migliaio scarso a Bardonecchia. Numeri importanti, anche se non rapportabili a quelli che avrebbe fatto segnare l’alta valle in tempi normali e con questo bel tempo.
Le uniche presenze costanti, in queste notti stellate, sono i camion polacchi che valicano il Monginevro per raggiunge la Francia del Sud e la Spagna. Un magazzino viaggiante che non ha arrestato il suo moto perpetuo neppure in questa situazione emergenziale. Pochissime le auto. Una sola desta l’attenzione degli uomini della polizia locale e dei carabinieri al check point di Mollieres. Proviene dal Monginevro, in senso contrario rispetto alla paventata orda fantasma dei vacanzieri di Pasqua. Ci viaggia una coppia di bosniaci residente a Napoli e la loro bambina. Provengono da Grenoble e intendono raggiungere la città partenopea. Il controllo in questo caso è serrato, ma dopo una buona mezzora e la compilazione del modulo vengono lasciati proseguire. Non lo sapremo mai, ma prima di raggiungere Napoli potrebbero aver battuto il record italiano di compilazione moduli.
Niente da segnalare neppure a Sauze. Una sola l’auto fermata. È di una donna di Oulx che tutti i giorni deve accudire l’anziana madre più a monte. «Mi avete già fermato oggi», trova anche la voglia di scherzarci su. E alla fine di questo lungo e strano weekend pasquale probabilmente anche lei avrà battuto il suo personalissimo record. Qualche ombra furtiva incollata ai muri e celata dai cappucci delle giaccavento cerca di sfilare senza farsi notare, praticando lo sport nazionale di “pisciare il cane”. «Dovete mettervi la mascherina quando uscite». Qualcuno annuisce colpevole, «però mi copro con la sciarpa», altri fanno gli gnorri. Ma certo non c’è pericolo di assembramento, quindi se la cavano tutti, per adesso, con un bonario cazziatone.
È mezzanotte quando le luci blu si spengono nel parcheggio del municipio di Cesana e i giubbotti catarifrangenti si allineano sull’attaccapanni di piazza Amedeo. Si assapora tutti insieme la pastiera regalata a tutti coloro che gestiscono l’emergenza da Bruno e Silvana del ristorante Golf di Claviere e ci si dà appuntamento per la mattina seguente. Venere non si scorge più, coperta dalla possente sagoma dello Chaberton. I fantasmi dell’esodo per stasera stanno belli rintanati. Ma qua e là c’è ancora qualche luce accesa nelle seconde case.
Su Luna Nuova di martedì 14 aprile 2020
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