CORONAVIRUS
17 Aprile 2020 - 00:07
di CLAUDIO ROVERE
Un mese di battaglia contro il virus e, alla fine, nelle prime ore del mattino di ieri, il tragico epilogo. Anche Sauze d’Oulx piange una vittima del Covid-19. È Bruno Bruschi, 67 anni, volto storico dell’hotel Ciao Pais, che conduceva insieme alla sorella Giusy e suo figlio Mirko, titolari, e al fratello Alberto. Una famiglia originaria di Ferrara, che da oltre vent’anni aveva scelto di gestire questo storico locale a 1900 metri di quota sulle nevi del Balcone delle Alpi, che l’anno prossimo festeggerà 90 anni di vita, essendo stato costruito nel 1931. Un’accoglienza con i crismi dell’hotel, ma in un luogo lontano dal chiasso del capoluogo, dove poter ancora godere dei silenzi della natura. E Bruno era parte integrante del fascino di Ciao Pais, con la sua affabilità e la sua gentilezza non soltanto di facciata in sala.
«Era un pilastro come presenza nel servizio ai tavoli - ricorda Paola Aime, figlia di Tino e amica di famiglia dei Bruschi - il nostro cuore è sempre stato lì da quando questo luogo era stato scelto da papà e mamma per sposarsi; Bruno si è circondato di grande affetto perchè se lo meritava; era una persona positiva, sempre sorridente e gentile non si poteva non volergli bene ed è terribile che come tutte le altre vittime di questo virus abbia dovuto morire da solo». «Tristemente vi comunico che lo zio non è più con noi, il suo cuore non ha retto l’urto di questo maledetto virus, si è spento questa mattina - ha affidato il suo dolore ai social il nipote Mirko ieri mattina - Grazie a tutti voi per la marea di messaggi di conforto e sostegno. Era una persona solare sempre disposta a regalare un sorriso, la sua freschezza e la sua allegria saranno sempre con noi».
Bruno Bruschi era stato uno dei primi a manifestare i sintomi del coronavirus, un mese fa ed era stato ricoverato all’ospedale di Susa, mentre parenti e staff erano stati costretti alla quarantena presso la struttura alberghiera. Il Ciao Pais era rifornito di derrate alimentari dai volontari del Soccorso alpino, che si occupavano anche dello smaltimento dei rifiuti. Il personale si era anche autoprodotto delle mascherine utilizzando le tovagliette in tessuto non tessuto a disposizione dell’albergo. La scorsa settimana Bruno aveva dato piccoli segnali di miglioramento che inducevano ad un cauto ottimismo, poi nelle ultime ore il tracollo che lo ha portato alla morte nella mattinata di ieri.
Su Luna Nuova di venerdì 17 aprile 2020
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