EMERGENZA SANITARIA
24 Aprile 2020 - 00:26
di PAOLO PACCÒ
«Dai dati in nostro possesso, dal 1° marzo al 21 aprile, ci sarebbero stati 32 decessi; sugli 11 infermieri in servizio sette sarebbero risultati positivi al Covid-19 e per quanto riguarda il personale sanitario, oltre il 20 per centro sarebbe stato contagiato, anche se sono ancora in corso le verifiche attraverso i tamponi».
Sono i numeri forniti da Michele Nessenzia, responsabile territoriale del terzo settore per la Uil Fpl Piemonte. «Nonostante tutto il personale abbia continuato a lavorare giorno dopo giorno, fino ad ammalarsi, nessun operatore ha abbandonato la struttura. Le Rsa sono un punto dolorosissimo. Emerge un quadro di strutture assistenziali con personale sotto dotazione per via dei tagli dalla Dgr 45 del Piemonte non adeguatamante preparato a fronteggiare un rischio biologico così elevato».
Sulla situazione alla Rsa, e più in generale sulla gestione dell’emergenza Covid ad Alpignano, interviene anche l’ex sindaco Gianni Ronco. «Mi chiedo perché la comunicazione, in un periodo così complesso, sia estremamente lacunosa. In particolare quali siano realmente i casi accertati di positività da coronavirus tra gli alpignanesi; quante siano ad oggi i decessi e le guarigioni accertate; quale sia ad oggi la situazione reale all’interno della Rsa Al Castello; quale sia la situazione all’interno dell’ex hotel Parlapà dove sono situati decine e decine di profughi».
Anche i sindacati dei pensionati chiedono di essere aggiornati sulla vicenda della Rsa. «Ci sentiamo in dovere di rappresentare gli anziani ricoverati ed anche per spirito di collaborazione nel girare informazioni corrette e precise ai parenti, chiediamo di continuare ad essere informati sull’evolversi della situazione, magari in modo più dettagliato - scrivono Sergio Andreotti (Spi), Antonio Bongera (Fnp) e Salvatore Sciuto (Uilp) - In particolare sulla dotazione organica del personale qualificato; se ci sono ospiti o parte del personale che presentino sintomi della malattia; se ci sono stati decessi causati dal Coronavirus; se eventuali nuovi ospiti saranno sottoposti a tampone prima di inserirli nella struttura».
«Piena osservanza da parte della Rsa di tutte le disposizioni; presenza di adeguata disponibilità di farmaci, presenza e corretto utilizzo di tutti i dispositivi, effettuazione dei monitoraggi sia nei confronti degli ospiti che nei confronti del personale, corretta applicazione delle regole relative all’isolamento, presenza di personale infermieristico e medico-specialistico ospedaliero».
La direzione della Rsa Al Castello cita l’esito dei due sopralluoghi effettuati 10 e il 21 aprile da parte della Commissione di vigilanza per verificare l’adeguatezza, l’attuabilità e l’attuazione del “Piano Covid” nonché l’adeguatezza assistenziale, il rispetto delle disposizioni e indicazioni fornite a livello nazionale, regionale, dall’Unità di crisi e dalla Asl competente.
Questo per replicare alle indiscrezioni giornalistiche che si sono susseguite nei giorni scorsi sulla scorta dei racconti di alcuni famigliari degli ospiti attualmente ricoverati. «Continue aggressioni, da parte di alcuni media volte non già a fornire informazione vera, ma ad assecondare istanze di persone disinformate e talvolta in malafede. Viene, in tal modo, alimentato il clima conflittuale e vengono esasperate le preoccupazioni connesse al momento emergenziale», prosegue la direzione della Rsa di via Collegno.
«I dati relativi al contagio nonché ai ricoveri ospedalieri e alla mortalità riconducibili al Covid-19, in considerazione della loro continua variabilità e, soprattutto, in considerazione dei profili di indeterminatezza derivanti dai parametri di computo, possono essere oggetto di comunicazione utile solo in trasparenza ragionata circa le modalità di determinazione - aggiungo dalla direzione della struttura sanitaria - La qual cosa però può difficilmente avvenire, e comunque non avviene affatto, nella attuale comunicazione giornalistica. La Rsa fornisce costantemente alle autorità competenti tutti i dati occorrenti; inoltre, le famiglie vengono puntualmente e direttamente informate sulle condizioni del loro parente, senza alcuna necessità di distorsioni informative da parte di canali mediatici», concludono dalla Rsa.
«Fino a pochi giorni prima mi avevano detto che mia madre stava bene. Poi lo scorso 14 aprile ricevo una telefonata in cui mi si riferisce che era deceduta per sospetto Covid-19». Da circa tre anni Cesarea, 85 anni, la mamma di Stefano Lavezzo, di Pianezza, era ricoverata alla Rsa Al Castello. Doveva convivere con una forma di demenza senile, ma le sue condizioni generali erano discrete anche nelle ultime settimane. Dal 6 marzo, come in tutte le strutture simili, è stato vietato l’ingresso ai famigliari per limitare al massimo ingressi e uscite dalla casa di riposo. «L’ho sentita una ventina di giorni fa tramite videochiamata e l’ho trovata in buona forma. Nei giorni successivi poi non ho avuto alcun aggiornamento da parte della direzione. E quando chiamavo per avere informazioni mi garantivano che all’interno della struttura era tutto tranquillo,compreso le ore antecedenti al suo decesso». Anche Lucia Centolanza, collegnese, racconta delle difficoltà di comunicazione con la struttura alpignanese per avere informazioni sulle condizioni della sorella ricoverata ad Alpignano.
Su Luna Nuova di venerdì 24 aprile 2020
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