CORONAVIRUS

La riscossa dei negozi di montagna: «La quarantena ci fa lavorare di più»

Da Mattie a Savoulx, passando per Exilles, aumentato introiti e servizi

24 Aprile 2020 - 00:26

La riscossa dei negozi di montagna: «La quarantena ci fa lavorare di più»

di CLAUDIO ROVERE

A Villarfocchiardo il minuto alimentari di piazza Abegg, al centro di un paese che ormai si ravviva soltanto più il giovedì mattina, in occasione del blindatissimo mercato settimanale, ha trovato il posto per ospitare, nella propria vetrina, i disegni dei bambini. Tanti piccoli arcobaleni con l’hashtag #andràtuttobene, che ravvivano un po’, senza far troppo rumore, il silenzio del paese. La voglia di colorare la propria vetrina rappresenta un po’ la riscossa dei piccoli negozi di vicinato e di quelli ancora più eroici dei paesi di montagna. Locale adesso è bello. Fai al massimo 10 minuti di coda, se sei tecnologico mandi la sera prima il Whatsapp con la lista della spesa ed in un minuto te ne esci con la borsa piena. Spesso arriva pure il commerciante a portartela a domicilio. Riducendo al minimo la possibilità di contagio. In molti, un po’ per scelta filosofica e politica, un po’, a dirla tutta, perchè costretti dopo le interminabili code ai supermercati, hanno optato per il “piccolo è bello” dei negozi di vicinato. Consentendo loro una salutare boccata d’ossigeno, nonostante la mascherina, in tempi in cui sembravano sempre più destinati al baratro, stritolati dalle ganasce di una grande distribuzione sempre più aggressiva.

Certo, la partita della concorrenza non si può giocare sui prezzi, perchè sarebbe persa in partenza. Qualità, cortesia, magari il servizio a domicilio, questi c’erano già prima. Adesso però si sono aggiunti due fattori importanti, il tempo e la sicurezza, o per lo meno la percezione della stessa. Le lunghe code fuori e lo slalom coi carrelli dentro sono due limiti molto sentiti dai fruitori del supermarket, che magari preferiscono sborsare un 20-30 per cento in più per ogni spesa ma sentirsi più al sicuro. E tutto questo ha portato molta acqua al mulino dei negozi di vicinato. «Prima quasi tutti per la spesa grossa scendevano a Bussoleno o Susa - spiega Antonella Richetto, 46 anni, che il prossimo 18 maggio festeggerà i primi 15 anni di gestione del minimarket-edicola di via Roma, uno degli esercizi commerciali storici del paese - adesso molti preferiscono non muoversi e sono aumentate anche le entità della spesa qui da noi». Con un aumento anche degli incassi, a cui Antonella ha risposto intensificando anche il servizio di consegna a domicilio, «rivolto soprattutto ai molti anziani del paese».

Come in tanti piccoli centri di montagna sui piccoli negozi grava però l’incognita della fine del lock down e del ritorno alla normalità, che ben che vada sarà graduale. «Abbiamo già perso la settimana di Pasqua, in cui lavoravamo molto sul passaggio - afferma Tiziana Paluello, del market di Exilles, l’unico esercizio del paese, che fungeva anche da bar e che quindi adesso lavora a metà servizio - e solitamente puntiamo molto sulla stagione estiva, con l’apertura del Forte e la presenza dei villeggianti solitamente ci salviamo mezza annata». In questo momento, con il Forte ancora chiuso e pochissimi villeggianti (quelli che erano qui per il ponte di Carnevale e che hanno scelto, forse non sospettandola così lunga, di fermarsi in paese per la quarantena), la clientela è soprattutto rappresentata da anziani. «Certo incassiamo qualcosa di più come negozio - ammette Tiziana Paluello - però con il bar chiuso non possiamo sorridere un granchè, teniamo aperto perchè ci rendiamo conto di rappresentare un servizio per la comunità in questo momento, non tutti se la sentono di andare a Susa o Oulx, e poi i quattro passi per fare la spesa per tanti rappresentano l’unico diversivo ad una giornata da reclusi in casa».

Un po’ più rosea la situazione nell’alta valle più turistica. Qui la presenza di villeggianti, fruitori delle seconde case, è un molto più evidente. A Savoulx, popolosa frazione di Oulx, c’è un solo negozio ed è gestito da cinque anni da una coppia giovane, Stefano Francou, 37 anni, e la compagna Marta Bertola, 34. È un altro esercizio storico, un simbolo della comunità, che prima di passare di mano era gestito dal padre di Francou, Giorgio. Apre soltanto al mattino e ci si può trovare di tutto, dal pane, al prosciutto, alle mascherine. «Le abbiamo rivendute al prezzo di costo - rivelano Giorgio e Marta - non ci è sembrato giusto speculare, soprattutto nelle prime settimane, quando erano difficili da reperire per tutti». Il via vai, figlio anche ma non solo dell’orario limitato, è considerevole e i due giovani ammettono di aver raddoppiato il fatturato di marzo rispetto allo stesso mese del 2019. «Abbiamo fatto una scelta di gentilezza e qualità sin dal primo momento - osservano i due giovani - e questo alla lunga sta pagando, molti ci ringraziano per il servizio, anche quello a domicilio, che stiamo fornendo e questo, al di là del lato economico, ci fa un grande piacere». Stefano e Marta non servono soltanto Savoulx, ma anche tutte quelle frazioni e borgate, come Signols e Beaulard, che gravitano fra Oulx e Bardonecchia. «Il senso di comunità è molto forte qui, ci sentiamo una grande famiglia e quando ci sono problemi, come in questo periodo, la famiglia si unisce».

su Luna Nuova di venerdì 24 aprile 2020

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