CORONAVIRUS

Rivoli: per Gianna e Lallo due posti in aereo, Kenya permettendo

Sembra avviata verso una soluzione la vicenda dei due volontari

30 Aprile 2020 - 00:30

Rivoli: per Gianna e Lallo due posti in aereo, Kenya permettendo

di EVA MONTI

Uno spiraglio in fondo al tunnel per Gianna De Masi e Lallo De Giosa, i coniugi rivolesi che dall’inizio di febbraio si trovano in un villaggio nei pressi di Nairobi dove svolgono attività di volontariato in un orfanotrofio e non riescono a rientrare a causa della soppressione dei voli per l’emergenza dovuta al Coronavirus. Da allora sono bloccati in Africa. Al momento attuale la chiusura aeroporti è prevista fino al 6 maggio. «Per ora siamo riusciti, autonomamente, a farci riprogrammare da Alitalia un volo all’8 maggio, ma non si sa ancora se il Kenya proroghi o meno le restrizioni», spiega lei, molto conosciuta sul territorio per essere stata assessore all’istruzione sia a Rivoli che nel vicino Comune di Rivalta. I due coniugi sono volontari con un contatto diretto con Mum Sally, che ha creato e gestisce un centro di aiuto e soccorso per bimbi orfani o abbandonati a Njiru, sobborgo di Nairobi. I due avrebbero dovuto rientrare il 15 aprile, ma già a metà marzo Alitalia ha comunicato loro che il volo era stato cancellato.

«Così com’è successo con quello previsto per il primo maggio - incalza la De Masi - su cui avevamo ottenuto la riprotezione, come si dice in gergo». Non sono i soli. «Rispetto ai numeri, tempo fa ci dissero che gli italiani che aspettano di rientrare dall’Africa erano più di 500 quelli che si trovano sulla costa vicino a Mombasa e una cinquantina quelli che attendono da Nairobi - precisa - Non so se nel frattempo i dati siano cambiati». Per quanto li riguarda, sono ora riusciti finalmente, e sottolineano autonomamente (ossia senza aiuti dall’ambasciata o dallo Stato italiano) a riprogrammare il loro volo per l’ 8 maggio. «Con riserva - aggiunge - non si sa infatti se il Kenya proroghi o meno le restrizioni e se la compagnia aerea confermi l’intenzione di riavviare i collegamenti verso l’Italia». Nessuna informazione arriva dall’ambasciata, dalla Farnesina, o dall’Alitalia. Nessuna informazione sicura in merito. Da questa settimana hanno anche ridotto di molto gli orari dell’ambasciata rendendo difficile comunicare via telefono.

Loro non si danno per vinti. Temono il rischio contagio lontano da casa, ma soprattutto temono complicazioni rispetto al visto che avevano per la loro permanenza solo fino al 6 maggio, giusto il tempo di adempiere ai progetti per cui erano andati in Africa. Con una raccolta fondi hanno finanziato l’acquisto di libri e consentito anche altri importanti interventi di manutenzione, e la creazione di un impianto di irrigazione in una piccola fattoria. «Impianto che consente di avere verdure per i bimbi e, in prospettiva, qualche introito con il commercio della frutta e delle uova», spiegano.

Adesso si trovano di fronte ad una situazione tanto tragica quanto assurda: il visto scade il 6 e loro hanno trovato un volo solo per l’8, senza sapere se anche questo andrà a buon fine. Stanno cercando di ottenere on-line, con l’ufficio immigrazione kenyano, il prolungamento del visto che scade il 6. E intanto aumenta il rischio sanitario, anche se per ora la situazione contagi parrebbe sotto controllo grazie ai diversi provvedimenti di contenimento, tra cui un rigido coprifuoco. Proprio per questo da Torino e dintorni è partita una raccolta firme a sostegno della loro domanda di rientro, facendo pressioni nei confronti della Farnesina, della prefettura di Torino e delle ambasciate affinché ognuno si attivi con urgenza per la parte di propria competenza.

su Luna Nuova di giovedì 30 aprile 2020

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