COVID-19

Sindacati davanti agli ospedali per rompere il silenzio della Regione

«Senza protezioni e senza sapere il numero di lavoratori contagiati», ma l'Asl impedisce il flash mob

30 Aprile 2020 - 20:52

Sindacati davanti agli ospedali per rompere il silenzio della Regione

Questa mattina i lavoratori dell’Asl To3, come quelli di tutte le aziende sanitarie, non hanno potuto partecipare al flash mob organizzato in tutta la Regione da Fp Cgil e Uil Fpl. «L’Asl To3 non ha concesso il diritto di assemblea ai lavoratori, malgrado le rassicurazioni offerte dai sindacati (contingentamento partecipanti a 15-20, svolgimento all’aperto davanti ai presidi sanitari, mascherine chirurgiche, distanziamento dei partecipanti) - lamenta Nino Flesia della Cgil - Una dopo l’altra le Aziende sanitarie regionali si sono tirate indietro rimandando le decisioni di merito ai Prefetti. Lo stesso parametro non è stato però utilizzato dall’Azienda l’11 aprile, quando il parcheggio antistante l’ospedale di Rivoli si è riempito di mezzi e uomini in divisa, come è avvenuto in tutte le altre aziende. Oggi è stato leso il diritto costituzionale ai lavoratori di manifestare il loro dissenso verso le politiche adottate dalla Regione rispetto alla gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19. I delegati sindacali di Cgil e Uil hanno installato cartelloni, striscioni e bandiere davanti alle sedi dell’Asl To3, per manifestare tutto il dissenso dei lavoratori verso la sospensione dei loro diritti (orari di lavoro, turni massacranti, diritto alla sicurezza e diritto alla libertà di manifestazione, riconoscimento del loro ruolo e della giusta retribuzione). Nel frattempo i lavoratori stanno lottando contro il coronavirus assistendo i pazienti e garantendo salute pubblica, si ammalano e viene negato loro il diritto a conoscere la propria condizione di salute».

Di qui l'accusa più grave dei sindacati. «L’Asl To3 non fornisce i dati ufficiali sui lavoratori che si sono ammalati nei servizi - accusa Flesia - Non è più il tempo delle chiacchiere, vogliamo che si assumano i lavoratori promessi dalla Regione per affrontare il Covid-19, la copertura del turnover degli anni passati, i tamponi e le indagini sierologiche per tutto il personale, idonei Dpi per tutelare i lavoratori e le loro famiglie ed i pazienti, il riconoscimento economico per gli enormi sacrifici fatti dagli operatori». Per portare l’attenzione della cittadinanza sui gravi problemi che affliggono i lavoratori della sanità, Cgil e Uil hanno lanciato l’hashtag #inSILENZIOcomelaREGIONE. «In silenzio come sono abituati da sempre a lavorare i lavoratori del Servizio sanitario regionale, anche se hanno il contratto di lavoro scaduto da un anno e mezzo - conclude Flesia - Ringraziamo tutti i lavoratori che in queste ore ci stanno manifestando vicinanza, nonostante i divieti imposti: un gran numero sono stati presenti a distanza durante i flash mob, come è avvenuto dalle finestre dell’ospedale di Rivoli, dove hanno condiviso l’iniziativa con un lungo applauso».
 

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