TAV
18 Giugno 2020 - 22:27
Un gruppo di manifestanti No Tav mercoledì pomeriggio a San Didero, sui terreni nei pressi dell’A32 dove dovrà sorgere il cantiere per il trasferimento dell’autoporto da Susa-Traduerivi
Non è la prima volta che, tra le righe, alcune delle tesi storiche del movimento No Tav vengono indirettamente avvalorate da un ente o un organismo superiore non certo passibile di essere di parte. Ma quando a parlare è la Corte dei Conti europea (Eca) il discorso si fa serio: la sostanza è una bocciatura ad ampio raggio della Torino-Lione, opera che alla luce dei fatti viene giudicata antieconomica, pressoché impossibile da terminare entro il 2030, il cui inquinamento prodotto per la costruzione supera i benefici ambientali dell’opera e i cui costi sono lievitati enormemente negli anni così come i ritardi. Certo, che queste considerazioni inducano Unione europea, Italia e Francia ad un cambio di rotta sulla realizzazione dell’opera appare oggi inverosimile, ma la...
Secondo Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare la sezione transfrontaliera della Torino-Lione, se l’opera è in ritardo è anzitutto colpa dei No Tav: perché se è vero, come sottolinea il capo della relazione della Corte dei conti europea, Oskar Herics, che «sono necessari maggiori sforzi per accelerare il completamento dei progetti infrastrutturali», Telt replica in un comunicato stampa che «in effetti la realizzazione della Torino-Lione ha dovuto superare un numero considerevole di difficoltà, tra cui i ripetuti tentativi degli oppositori di ostacolare l’avanzamento dei lavori. Ciò ha comportato un notevole ritardo». Obiettivo da sempre dichiarato, del resto, dal movimento No Tav, a cui la stessa Telt riconosce quindi implicitamente di essere riuscito nel proprio intento...
su Luna Nuova di venerdì 19 giugno 2020
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