COSTITUZIONE
10 Settembre 2020 - 23:15
A poco più di una settimana dal referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, i partiti stanno via via uscendo allo scoperto con le loro posizioni “ufficiali”, ma la sensazione è che la base, anche tra gli stessi sindaci e amministratori locali, si muoverà in ordine sparso, senza per forza allinearsi alle indicazioni di voto dei vari leader. Non fosse così, del resto, un quasi plebiscito sarebbe già scritto: per il Sì sono infatti schierati tutti i principali partiti, ovvero Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lega e Fratelli d’Italia; per il No troviamo Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Più Europa e Azione; tra gli indecisi, o comunque orientati a lasciare libertà di voto, ci sono Italia Viva, Articolo Uno e Forza Italia. Certo, anche sul...
Quello in programma domenica 20 e lunedì 21 settembre (urne aperte rispettivamente dalle 7 alle 23 e dalle 7 alle 15) è il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica italiana: l’unica vittoria del Sì, e quindi l’unica modifica alla Costituzione sin qui approvata, risale alla consultazione del 7 ottobre 2001 per la modifica del titolo V; vennero invece bocciati i quesiti del 25-26 giugno 2006 per la modifica della parte II e del 4 dicembre 2016 per la riforma Renzi-Boschi. L’imminente consultazione è stata indetta per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”. Si tratta, come per tutti i referendum...
su Luna Nuova di venerdì 11 settembre 2020
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