IN CARCERE

Richiesta di censura della posta per Dana Lauriola, poi respinta. I No Tav: «Fatto grave»

L'avvocata Coletta: «Un vano ma preoccupante tentativo di comprimere diritti costituzionalmente garantiti»

12 Febbraio 2021 - 12:11

Richiesta di censura della posta per Dana Lauriola, poi respinta. I No Tav: «Fatto grave»

In una lettera al movimento No Tav pubblicata ieri, giovedì 11 febbraio, sul sito www.notav.info, l'attivista Dana Lauriola, reclusa nel carcere di Torino dal 17 settembre 2020 per l'occupazione dell'A32 al casello di Avigliana nel marzo 2012, denuncia un presunto tentativo punitivo a suo danno da parte della direttrice del carcere. «Il 21 gennaio scorso, ad un giorno dall’inizio dello sciopero della fame da parte di Dana e di altre tre detenute - spiega il movimento in un comunicato stampa - la direttrice della struttura detentiva ha inviato un’istanza al Magistrato di Sorveglianza per chiedere la censura della posta per la stessa, portando motivazioni che la tacciavano di possibile propaganda all’interno della struttura detentiva. Negli stessi giorni però, la direttrice costruiva un’immagine di sé lungimirante e attenta ai diritti dei detenuti e dichiarava a mezzo stampa la grave condizione che questi stavano vivendo anche a causa dell’emergenza Covid-19».

L’istanza è stata successivamente rigettata dal Magistrato il 29 gennaio, per mancanza di fatti aderenti a tale richiesta. «Si è trattato di un vano ma preoccupante tentativo - sostiene l’avvocata Valentina Colletta, uno dei due difensori di Dana Lauriola - di comprimere diritti costituzionalmente garantiti in capo a soggetti già ampiamente deprivati, ma ai quali non può né deve essere negato anche il diritto alla libera manifestazione del pensiero e ad una quantomeno minima agibilità politica». «Quello a cui non siamo disposti ad assistere - tuona il movimento No Tav - è il tentativo punitivo volto a silenziare Dana e tutti gli altri detenuti che con coraggio affrontano la detenzione, nonostante gli attacchi mortiferi alla loro dignità. La nostra attenzione resta alta e continueremo a monitorare l’andamento di questa ingiusta detenzione perché non si manifestino altri atti simili».

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