EMERGENZA SANITARIA

Bruino, i genitori in rivolta contro la Dad

Dalla Alba Serena lettera di fuoco alla Regione per lezioni in classe

08 Marzo 2021 - 23:38

Bruino, i genitori in rivolta contro la Dad

di STEFANO TONIOLO

Le scuole chiudono, ma c’è chi dice no. C’è chi ha deciso di scrivere direttamente al presidente della Regione Alberto Cirio e alle istituzioni competenti. È il caso delle famiglie della 3ªB della scuola primaria Alba Serena di Bruino, che hanno anche messo in piedi una protesta. I bambini hanno un cartello in mano: «Io le regole le ho rispettate». «Siamo parte di quel gruppo di cittadini che ha fornito ai nostri figli ogni qualsivoglia strumento il ministro ci abbia richiesto per far riaprire le scuole in sicurezza, per garantire un diritto costituzionale ai nostri figli, ed oggi, dopo averci garantito che la scuola non sarebbe stata chiusa, si ritrova nella stessa situazione di un anno fa, come se questa prima fase di pandemia non ci avesse insegnato nulla», hanno scritto nella lettera. Al netto delle misure per il contenimento dei contagi, la posizione delle famiglie è che le scuole debbano rimanere aperte. Un fatto, questo, giudicato essenziale per il passato, il presente e il futuro.

Tra le righe della lettera c’è una richiesta di ascolto e di dignità, con cui le scelte regionali, secondo le famiglie, sembrano cozzare. «Sin dalla prima ondata dell’epidemia, è stato dato per scontato che i diritti dei minori siano quelli revocabili senza discussione né conseguenze. Ci opponiamo fermamente a questa logica. È proprio mantenendo le scuole aperte che i diritti alla salute e all’istruzione potranno conciliarsi. E non solo, anche i diritti dei lavoratori e tutti di diritti che nella Costituzione la Repubblica si propone di salvaguardare», motivano.

Poi c’è la questione della qualità della didattica, che secondo le famiglie risentirebbe dello stop alle lezioni in presenza. Le conseguenze di una chiusura «sarebbero catastrofiche», a loro dire dal punto di vista sociale e culturale. «La didattica a distanza ha dimostrato di mancare di quella componente essenziale che è la relazione con l’altro e tra pari, senza la quale il processo di costruzione della personalità dei bambini e degli adolescenti non si compie - recita la missiva - È assodato infatti che l’isolamento personale e relazione prodotto dalla Dad è stato un moltiplicatore di disuguaglianze di ogni genere, sia sul piano umano che su quello didattico e culturale, penalizzando i più fragili: studenti con disabilità, bisogni educativi speciali, di origine straniera e vittime del disagio e della violenza in contesti familiari e sociali».

La lettera inviata dai genitori ha messo in luce allo stesso tempo il conflitto che in questi mesi si è generato tra le decisioni assunte, le esigenze dei genitori e il ruolo assegnato alla scuola come istituzione da famiglie, cittadini e insegnanti. Si è ormai fatto strada un contrasto tra diritto alla salute e diritto all’istruzione. Per gli uni le scuole sono luoghi di contagio, per gli altri l’unico spazio dove diritto alla salute e all’istruzione trovano espressione. In tutto ciò ci sono i dati a disposizione dei cittadini, che rendono complicato capire quale sia il ruolo delle scuole nella diffusione del contagio (e quindi giustificare eventuali chiusure) e che sembrano suggerire che le categorie più giovani possano essere colpite con più facilità dalle nuove varianti di Sars Cov-2.

A sostenere che si dovesse fare di più ai piani alti è l’assessore alle politiche educative Andrea Appiano, a cui non è andata giù la scelta della giunta regionale: «A livello di Comuni e istituzioni scolastiche abbiamo fatto investimenti senza precedenti, materiali e professionali, per rendere sicure le nostre scuole. Solo nella piccola Bruino, la scorsa estate, abbiamo fatto interventi di ristrutturazione edilizia per oltre 50mila euro, abbiamo comprato arredi, abbiamo modificato la destinazione di locali. Insegnanti e operatori di scuola si sono formati e reinventati per garantire il diritto allo studio e al futuro delle nuove generazioni. Sappiamo che una scuola di base adeguata alla sfida dei tempi è lo strumento per ridurre le diseguaglianze sociali e prevenire la dispersione. Sappiamo che la didattica a distanza può essere un’integrazione importante, giammai sostituirà la didattica in presenza», sbotta Appiano.

Uno sforzo vano a suo dire: «Si poteva rendere strutturale, per il futuro, una scuola con classi poco numerose. Invece i criteri non sono cambiati. Un esempio: a Bruino escono quattro quinte elementari, abbiamo 61 iscrizioni alle future prime, dall’ufficio scolastico ci hanno risposto che possiamo sognarci quattro prime. E se ci sono persone certificate o subentrano nuovi iscritti nei prossimi mesi, fatti nostri - ha affermato - Si potevano investire risorse per potenziare il trasporto scolastico, magari impegnando i tanti bus turistici fermi e creare un servizio dedicato alle scuole. Niente. Si poteva organizzare un serio tracciamento dei contatti delle persone positive, in modo da isolare per tempo i potenziali contagi. Invece il tracciamento non viene fatto da mesi e i tamponi o i provvedimenti di chiusura di singole classi devono essere quasi implorati. Si poteva investire risorse per riorganizzare la sanità territoriale. Niente, tutto concentrato sugli ospedali». Anche per l’assessore, oltre gli errori strategici, c’è una questione di fondo che tocca la dignità della scuola come istituzione, che non può essere relegata a un mero luogo di babysitteraggio.

Su Luna Nuova di martedì 9 marzo 2021

Leggi l'articolo completo su Luna Nuova clicca qui!

Inserisci un commento

Condividi le tue opinioni su Luna Nuova

Caratteri rimanenti: 400

APPROFONDIMENTI