EMERGENZA
08 Marzo 2021 - 23:38
di STEFANO TONIOLO
Chiudono le scuole e il conflitto si acuisce. C’è un coro unanime di dissenso verso le scelte della giunta regionale, che tiene insieme bambini, studenti, insegnanti e famiglie. Non sono solo i sindaci dei comuni a scrivere a Cirio e a esprimere il loro parere contrario. Ci sono anche genitori e studenti, che hanno deciso di dissentire sotto varie forme. «Ci rendiamo infatti conto dell’importanza della questione sanitaria, ma facciamo fatica a comprendere quali siano le azioni volte a fronteggiare la questione sociale, soprattutto per la fascia di popolazione dei bambini 3 - 13 anni, che hanno sempre rispettato tutte le regole per tutto il tempo trascorso a scuola, luogo più che sicuro e controllato - hanno scritto i membri del Comitato genitori dell’istituto comprensivo Gobetti - Ad un anno dallo scoppio della pandemia ritenevamo ormai assodato che l’ultima delle azioni da intraprendere fosse la chiusura delle scuole: solo in un momento di emergenza tale da richiedere un fermo totale potremmo pensare di chiudere anche le scuole, soprattutto quelle di primo grado, visto il devastante impatto che ciò avrebbe. Ci siamo dovuti ricredere, però. Perchè quello che sembrava assodato dall’esperienza ora è di nuovo rimesso in discussione e mentre alcuni settori rimangono aperti, mentre i genitori continuano a lavorare, le scuole primarie di alcuni territori chiudono».
Tra le decisioni assunte e gli effetti desiderati c’è una zona grigia di difficoltà pratiche, aspettative disattese e informazioni precarie. «La decisione di lasciare al dirigente scolastico l’opportunità di aprire la didattica in presenza per alcune categorie di lavoratori crea inevitabilmente ulteriore disparità, non certo dovuta alla competenza del dirigente ma alla mera constatazione delle possibilità della struttura e dell’organico che ha a disposizione. Come vengono tutelati i dirigenti in questione e gli studenti che da questi devono essere organizzati? E come si è pensato di poter fornire un trattamento unitario a tutti gli studenti dei territori interessati, indipendentemente dalla capacità di accoglienza e dall’organico presente della scuola frequentata? - chiede il comitato - Come si è pensato di gestire il non raro caso di genitori che lavorino in un comune diverso da quello di frequentazione dei figli e sottoposti a fasce di rischio diverse?».
Le ragioni sono anche condivise dal comitato genitori della Gobetti e da alcuni gruppi di genitori della scuola secondaria “Margherita Hack” di Villarbasse. Un segno che il conflitto sociale e politico tra le decisioni assunte e il mondo delle scuole c’è ed è anche piuttosto profondo. «A nostro avviso la dad non può essere la soluzione. Non è accettabile per i bambini per i numerosi sacrifici già fatti in questi mesi né tantomeno sostenibile dai genitori che non possono assisterli da casa per un lungo periodo - ha scritto il Comitato genitori dell’Istituto comprensivo Gobetti - Se l’intento è diminuire i casi di contagio bisogno forse cercare altre soluzioni, intervenire su aree che diano un miglior risultato».
Intanto per il territorio si prospetta una settimana densa di manifestazioni di protesta contro la chiusura delle scuole, a partire da domani. Proprio domani alcuni genitori della Collodi di via Bastone, a Rosta, cercheranno di occupare pacificamente la scuola, come gesto di protesta. Un gesto forte e simbolico per chiedere alle istituzioni che i bambini delle elementari possano andare a scuola. Sabato mattina invece sarà la volta di Rivoli. Lì gli studenti si sono dati appuntamento in piazza Martiri tutti distanziati e con mascherine, per protestare contro le chiusure. Gli studenti si porteranno tutto l’occorrente per seguire in piazza le lezioni di scuola a distanza. «Abbiamo preso spunto dai ragazzi di Torino. La motivazione è che la scuola deve essere l’ultima a chiudere - spiega la rappresentante degli studenti del Darwin Efsane Kunduru - Sta diventando sempre più dura per noi. In Italia si dovrebbe investire sui giovani. Capiamo che la curva dei contagi stia crescendo, ma ogni volta ci mettono alle strette».
Su Luna Nuova di martedì 9 marzo 2021
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