COVID 19
12 Aprile 2021 - 23:31
di CLAUDIO ROVERE
L’anticipo dell’entrata della provincia di Torino in zona arancione ha reso inutile la manifestazione di protesta programmata dagli ambulanti del settore non alimentare per ieri mattina al mercato di Bussoleno. Dovevano piazzare i loro furgoni, senza aprire i banchi, nei posti loro normalmente assegnati, come simbolico atto di protesta di fronte ad una situazione ormai non più sostenibile, invece i loro prodotti li hanno potuti esporre e vendere grazie al passaggio della nostra zona dal rosso all’arancione. Hanno però tenuto, come avevano già fatto mercoledì scorso a Condove, a far sentite la propria voce, perchè con gli apri-e-chiudi degli ultimi mesi non c’è certezza di una continuità di presenze sui mercati settimanali.
«Eppure i dati dicono che quella del mercato sia una delle attività più sicure dal punto di vista Covid - sostiene Pierpaolo Peiretti, pinerolese, del Goia, il Gruppo organizzato ambulanti indipendenti, che è stato il più battagliero nel portare avanti le istanze dei mercandin - le possibilità di contagio, con la nostra attività all’aperto, sono una su mille, molto meno che nei supermercati, perchè queste attività invece rimangono aperte?».
I numeri della crisi economica innescata dalla pandemia nel settore non alimenti della vendita ambulante sono spietati. È lo stesso Peiretti, coadiuvato dal rappresentante dei mercati di Bussoleno e Susa degli extra-alimentari Roberto Villa e dalla sua collega Ilaria Borio, bussolenese, a metterli sul tappeto. «Da inizio pandemia più o meno siamo stati fermi quattro mesi, quattro mesi e mezzo - spiega - i ristori del decreto sostegni, ammesso che arrivino, perchè per il momento non abbiamo visto ancora nulla, per questi primi mesi del 2021 sono più o meno mille euro, come fanno a vivere le nostre famiglie con questa cifra irrisoria?». «Con il governo Conte avevamo avuto circa 4500 euro, che non era moltissimo, ma adesso mille non sono assolutamente sufficienti», aggiunge. E la situazione era giunta ad un punto di non ritorno. «La nostra organizzazione sindacale è stata la prima a convogliare la protesta, e grazie a noi non si è mai degenerato, però d’ora in avanti diventava difficile gestire la situazione, c’era esasperazione in molti, ben venga quindi il cambio di colore che permetterà a molte attività di rifiatare, anche se per molti sarà comunque dura riassorbire il colpo subito in questo ultimo anno», aggiunge Peiretti.
Ieri mattina a portare la propria solidarietà ai mercandin c’erano anche la sindaca Bruna Consolini, il consigliere con delega al commercio Davide Sacco e la sua omologa segusina Stefania Bartolotti. I sindaci valsusini hanno messo la loro firma in calce ad una lettera inviata venerdì a Ministero e Regione per chiedere, prima che si conoscesse il repentino viraggio dal rosso all’arancione, la riapertura di mercati e attività commerciali. “La norma che vieta la partecipazione ai mercati degli ambulanti del settore extra alimentare è rimasta invariata - si legge nella missiva - Questa categoria commerciale risulta così gravemente penalizzata. Infatti questo divieto non solo nega loro qualsiasi possibilità di introiti, ma le merci acquistate in vista del periodo primaverile giacciono sui furgoni, invendute, arrecando quindi un doppio danno economico. Lo svolgimento dei mercati, stante anche l’esperienza maturata nei mesi precedenti, si è svolta senza criticità. Si tenga conto che il settore trainante dei mercati è quello alimentare per cui i maggiori affollamenti delle aree si sono sempre verificati in corrispondenza di tali settori. Pertanto si richiede di prendere in considerazione la possibilità di proporre una completa riapertura dei mercati consentendo la partecipazione anche degli operatori che vendono tutti i generi extra alimentari. Le amministrazioni comunali, nel prevalente interesse della salvaguardia della salute pubblica, come sinora fatto, si faranno carico della corretta applicazione delle linee guida intervenendo con azioni locali in caso di anomali comportamenti”.
«Questa situazione ci mette di fronte a dei quesiti e a delle riflessioni che come amministratori dobbiamo fare - ha detto la prima cittadina Bruna Consolini - innanzitutto arrivare preparati, anche in questo campo, ad un’eventuale altra ondata autunnale, e poi che la solidarietà, da sola, non basta, occorre organizzarsi, il nostro è il mercato più importante della valle, abbiamo compiuto, tutti insieme degli sforzi, per tenerlo aperto il più possibile, e penso che con la volontà di tutti adesso funzioni e sia ridotta al minimo la possibilità di contagio». Ma i comuni chiedono anche di non essere lasciati soli di fronte a questa emergenza: «Cercheremo di agevolare gli ambulanti, con il blocco del pagamento dell’occupazione suolo pubblico - spiega la Consolini - ma il comune avrà minori entrate, per adesso non compensate da fondi statali, come è già accaduto per la seconda tornata di distribuzione dei buoni spesa».
APPROFONDIMENTI
Inserisci un commento
Condividi le tue opinioni su Luna Nuova