AGRICOLTURA
17 Giugno 2021 - 23:10
di CLAUDIO ROVERE
Quattro mesi e mezzo. Centotrentacinque giorni. Ora più ora meno. Luciano Listello, 74 anni, li ha trascorsi tra il tardo autunno e l’inverno in un letto d’ospedale. Ricoverato per altri problemi di salute, come spesso è accaduto in questi casi, si è beccato il Covid nel corso della degenza. Un piccolo miracolo l’ha rimesso in piedi dopo i primi giorni di disperazione, quando le cose sembravano evolvere al peggio. Adesso è qui, per il trentesimo anno consecutivo, alla testa della sua mandria, che da S.Antonino sale all’alpeggio del Piccolo Moncenisio, un balcone contornato dal Signal du Petit Mont Cenis, dal Mont Froid e dalla Pointe de Bellecombe, che guarda verso il lago e l’Italia, ma siamo già abbondantemente in Francia.
In realtà alla testa dell’ottantina di capi adulti che i camion hanno scaricato in prossimità del rifugio 5 alla piana di S.Nicolao e che ora stanno affrontando di buon passo le Scale, c’è il figlio Luca, insieme ad un decina di volontari arruolati fra parenti, amici e colleghi. I medici hanno consigliato a Luciano di riguardarsi anche se gli ultimi esami hanno dato esiti incoraggianti. La sua faccia scavata e il suo passo non più svelto come un tempo la dicono lunga su quanto se la sia vista brutta, ma il sorriso che si apre quando appoggiato ad uno degli ometti delle Scale sente in lontananza i campanacci che annunciano la partenza è di quelli carichi di vita ed energia. «Fai anche filmati? Ma si sentono i rudun?». Certo che si sentono i rudun. La brezza che pennella la nebbia in direzione Francia porta il loro suono fin quassù alle Scale. E il rumore si fa più intenso man mano che la mandria si avvicina, fino a diventare assordante. Alla dogana della Gran Croce c’è un piccolo manipolo di amici di Luciano che tutti gli anni sale fin quassù apposta per assistere al rito arcaico della monticazione. Aspettano tutta la mattina, si godono il tambureggiante e svelto passaggio delle mucche e poi pranzano, come tradizione, da Marilena alla Gran Scala.
Loro si fermano, ma le mucche no: affrontano l’impegnativa salita verso la diga e poi al Varisello. Di lì il più è fatto, almeno dal punto di vista altimetrico. Ci sono ancora parecchi chilometri di sterrato prima di arrivare all’alpeggio di proprietà della famiglia Ala, di Balangero. Qui Luciano Listello trascorre le sue estati dal 1991. Prima lo aveva fatto alla Balmetta, fin dal 1957, sulla montagna di Bussoleno, dove ancora oggi sale il fratello Amelio. Quest’anno, per la prima volta, ha fatto il viaggio guidando la sua Jeep blu scuro. Per stavolta è così, ma è già un miracolo vederlo ancora da queste parti. E nel 2022, c’è chi è pronto a scommettere di vederlo nuovamente alla testa del “trup”. Con il suo maglione rosso, il foulard e il cappello di feltro alla tirolese.
Su Luna Nuova di venerdì 18 giugno 2021
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