PANDEMIA

«Io, epilettica e sospesa dal lavoro»

Senza vaccino e Super green pass: «Non mi danno l’esonero, ma io ho paura»

24 Febbraio 2022 - 23:59

«Io, epilettica e sospesa dal lavoro»

di STEFANO TONIOLO

Si ritrova senza stipendio perché non è vaccinata contro il Covid-19. Nicoletta, rivolese, ha 56 anni e lavora in un’azienda della valle di Susa. Come per altre persone, facendo parte della categoria degli over 50, è stata sospesa dal lavoro, non avendo ricevuto nessuna dose di vaccino anti-Covid ed essendo entrato in vigore dal 15 febbraio l’obbligo di Super green pass sul posto di lavoro per tutti gli ultra 50enni.

A raccontarlo è lei stessa: «Io sono una delle tante 50enni, ma ho un’invalidità e sarei stata protetta all’interno della ditta. In questo caso non ricevo lo stipendio». Sulle sue spalle pende un mutuo e ora non sta ricevendo lo stipendio, ma soprattutto si sta districando tra norme, regole e direttive nazionali su vaccini e luogo di lavoro. Norme, a suo giudizio, troppo restrittive, che dovrebbero permettere a tutti di lavorare. «Ho 50 anni e sono sospesa, non avendo fatto questi vaccini, mentre gli altri li ho fatti tutti. Di questi non mi fido perché ho una patologia e i medici, forse perché intimiditi, non mi hanno esentata - racconta - Il mio medico di base ha detto che non può fare degli esoneri e mi ha suggerito di eseguire ulteriori esami».

Lei, infatti, è affetta da epilessia e ha chiesto al suo medico di base di essere esonerata dalla vaccinazione contro il Covid-19: è stata allora rimandata al parere della neurologa. A sua volta la dottoressa le ha consigliato di essere vaccinata, del resto al momento non sono stati evidenziati rischi maggiori per persone epilettiche. Nicoletta non si definisce contraria ai vaccini in generale: alla base della sua reticenza c’è sostanzialmente la paura. «Sono io che ci rimetto. Tra poco rischio di perdere la casa», dice. La colpa? Per lei l’azienda in cui lavora non c’entra nulla. La sospensione non dipende dalle scelte della dirigenza aziendale, bensì in parte dalle norme statali e in parte dai sindacati, rei a suo avviso di non aver difeso in modo abbastanza deciso e categorico i lavoratori sospesi dal lavoro. «È un ricatto bello e buono - sentenzia - C’è molta indifferenza da parte dei sindacati. La ditta fa il suo tornaconto, ma i sindacati se ne lavano le mani e se ne fregano».

su Luna Nuova di venerdì 25 febbraio 2022

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