TORINO-LIONE
27 Dicembre 2022 - 11:56
La contestazione in sala consiliare l'8 novembre scorso, durante il consiglio comunale in cui l'ex sindaca Bruna Consolini ha rassegnato le sue dimissioni
Il prevedibile epilogo della vicenda compensazioni, che l'8 novembre scorso ha portato alle dimissioni della sindaca Bruna Consolini in consiglio comunale (in polemica con le forti pressioni ricevute da una parte del movimento No Tav) e al successivo commissariamento del Comune di Bussoleno, è arrivato nella giornata di giovedì 22 dicembre, quando la commissaria prefettizia Marita Bevilacqua ha approvato, con i poteri della giunta, la delibera con lo schema di convenzione tra la Regione Piemonte e il Comune di Bussoleno "per la realizzazione di interventi di riassetto idrogeologico e prevenzione rischio incendi boschivi per regolare i rapporti interventi l'attuazione e la realizzazione degli interventi di cui alla delibera Cipe 67/2017".
La somma complessiva ammonta a 4 milioni 522mila 412,76 euro così suddivisa: 2 milioni 482mila 893,28 euro per la sistemazione idraulica del tratto terminale del rio Moletta e la sistemazione dei pendii della parte alta del bacino interessati dagli incendi del novembre 2017; 1 milione 596mila 145,68 euro per la sistemazione idraulica del rio Rocciamelone, tratto via Rocciamelone Orrido, e la sistemazione dei pendii della parte apicale del conoide interessati dagli incendi del novembre 2017; 443mila 373,80 euro per la minimizzazione del rischio frane sui versanti interessati dagli incendi del novembre 2017.
Ovviamente la delibera, che nella parte tecnica ed economica ricalca quella che era stata posta all'ordine del giorno la sera delle dimissioni dell'ex sindaca Consolini (svantaggiosa per il Comune sotto molteplici punti di vista), è stata totalmente epurata di tutta la parte prettamente politica dove l'amministrazione comunale ribadiva: l’urgenza di quegli interventi; il riconoscere quei contributi solo in un ambito di protezione civile e non di compensazione al Tav; la posizione ricattatoria assunta dalla Regione nei confronti del Comune; il fatto che il Comune stesso non abbia mai chiesto di finanziare quelle opere con i fondi Cipe, la cui acquisizione veniva considerata come un atto dovuto da parte dello Stato e non come l’accettazione di una misura compensativa; la contrarietà al Tav.
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