Al Rifugio Massi: quelle ferite nell’anima di chi fugge senza meta

Nei mesi scorsi, da queste pagine abbiamo raccontato frammenti di vita di persone migranti incontrate al Rifugio Massi di Oulx; perlopiù ragazzi pieni di energia, famiglie in cerca di stabilità, giovani donne e uomini che sfidano l’incertezza per costruirsi una vita nuova. C’è anche un’altra realtà, più difficile da raccontare. È quella delle persone ferite soprattutto nell’anima. Persone che sembrano in fuga anche da loro stesse, in apparenza senza meta e senza speranza; si portano dietro ferite che vengono da lontano e che via via sono diventate più profonde. Il Rifugio è un luogo di passaggio, spesso caotico, raramente offre il tempo per fermarsi ed ascoltare. Eppure, è uno dei pochi spazi in cui queste persone diventano visibili. È qui che incrociamo storie impossibili da dimenticare: il ragazzo con un grave problema alla vista che fugge all’ultimo momento, prima di una...

ll Rifugio Massi è in crisi e non è una crisi passeggera. I finanziamenti garantiti dalla prefettura negli anni passati non sono stati rinnovati, con la motivazione che “non c’è più emergenza”. Ma questa affermazione ignora la realtà: 80-100 persone migranti vengono accolte quotidianamente al Rifugio, in cerca di un luogo accogliente in cui riposare, ricevere cure ed informazioni. L’unico motivo per cui l’emergenza non si percepisce è perché c’è chi l’affronta, in silenzio. Operatori e volontari che reggono il peso che le istituzioni non vogliono più vedere. Ci chiediamo: cosa succederà quando il Rifugio potrebbe essere costretto a chiudere? Dove andranno queste centinaia di persone ogni giorno? Per le strade di Oulx? Tra le montagne dell’alta valle...

su Luna Nuova di venerdì 13 maggio 2025