CULTURA

Valsusa Filmfest: dedica a De Andrè per la 30ª edizione

Concorso cinematografico, via al bando: iscrizioni entro il 1° febbraio. Novità la sezione "Disertare"

29 Dicembre 2025 - 11:59

Valsusa Filmfest: dedica a De Andrè per la 30ª edizione

La copertina dell’album “Fabrizio De Andrè” (1981), noto per l’immagine tratta dal dipinto “The Outlier” di Frederic Remington (1909)

Sarà dedicata ad un mito della musica italiana come Fabrizio De Andrè la prossima edizione del Valsusa Filmfest, che nel 2026 festeggerà il suo 30° anniversario di fondazione. Un traguardo importante per un festival che, dal lontano 1997, è diventato un punto di riferimento per la comunità valsusina e per tanti autori che attraverso il cinema hanno raccontato memoria, territorio, diritti, ambiente e cambiamenti sociali. 30 anni di festival per un percorso culturale e civile che ha attraversato generazioni di studenti, volontari, artisti e spettatori. Un viaggio che continua oggi con lo stesso spirito originario: promuovere cultura, stimolare pensiero critico, costruire comunità consapevoli e raccontare i cambiamenti sociali e politici del nostro tempo.

Il cuore del Filmfest, che si svolgerà nella consueta forma itinerante tra marzo e aprile 2026, sarà rappresentato come sempre dal concorso cinematografico aperto ad autori emergenti e professionisti: il bando con il regolamento completo, le specifiche tecniche e tutti i relativi dettagli è disponibile sul sito Internet www.valsusafilmfest.it. Saranno sei le sezioni in gara: Cortometraggi, Disertare, Fare Memoria, Le Alpi, Videoclip Musicali e Green Screen. La novità di questa edizione è la sezione “Disertare”, proposta in collaborazione con l’Associazione vittime civili di guerra-Piemonte e Valle d’Aosta e dedicata ad opere che raccontino esperienze, storie e testimonianze di non violenza, rifiuto della guerra, antimilitarismo e disobbedienza civile, con particolare attenzione al tema contemporaneo delle spese militari e delle nuove propagande belliche. Una sezione che dialoga profondamente con la dedica a Fabrizio De André e con l’identità civile del festival.

A questa si affiancano le altre sezioni ormai consolidate: “Cortometraggi”, a tema libero, accoglie film di finzione con durata massima di dieci minuti; “Fare Memoria”, realizzata in collaborazione con l’Anpi Valle di Susa, invita a raccontare la Resistenza o i suoi valori reinterpretati nella contemporaneità; “Le Alpi” punta ad esplorare la montagna come luogo di identità, comunità, ambiente e avventura, con filmati fino a 30 minuti; “Videoclip Musicali”, con cui si vuole promuove originalità visiva e musicale; “Green Screen”, realizzata con l’Istituto Des Ambrois di Oulx, punta a dare voce ad opere dedicate alla sostenibilità ambientale e alle urgenze climatiche che riguardano il presente e il futuro del pianeta. Per partecipare è necessario registrarsi sulla piattaforma dedicata https://concorsi.valsusafilmfest.it, dove sarà possibile caricare la propria opera fino alle 24 di domenica 1° febbraio.

Al di là del concorso, la rassegna nel suo complesso prevede come sempre un ricco programma diffuso di proiezioni, eventi culturali ed artistici che coinvolgono scuole, associazioni e tante singole persone, grazie ad un tessuto di relazioni che nel tempo ha reso il festival un laboratorio permanente di cittadinanza attiva e riflessione critica. «La dedica a Fabrizio De Andrè, “cantore e poeta degli ultimi”, artista capace di dare voce alle ingiustizie, alle comunità marginalizzate e alla fragile bellezza della natura - sottolineano gli organizzatori - rinnova il legame del festival con la sua identità originaria, nata 30 anni fa dal desiderio di costruire un luogo di cultura, partecipazione e memoria collettiva». Nel 1997 Armando Ceste, regista, artista visuale torinese e primo direttore artistico del Valsusa Filmfest, scomparso nel 2009, ideò quello che è tuttora il logo del festival: un simbolo dalle origini pellerosse (Unkathae), metà divinità degli indiani del Nord America e metà pellicola cinematografica.

Ceste realizzò anche l’immagine della prima locandina, raffigurante un indiano a cavallo ritratto di spalle, evocativa di un lungo viaggio intrapreso spesso in “direzione ostinata e contraria”. Riprendendo questa intuizione visiva, il Valsusa Filmfest rinnova così la sua “cavalcata” verso il futuro anche attraverso la figura del mitico Faber e l’immagine della copertina di uno dei suoi album, “Fabrizio De Andrè” (1981), noto per l’immagine tratta dal dipinto “The Outlier” di Frederic Remington (1909), dove l’indiano a cavallo è rappresentato frontalmente. «Una figura fiera che avanza verso di noi evocando un popolo che resiste, una memoria che ritorna e un cammino che prosegue: proprio come il viaggio del festival nella sua lunga storia e in questa nuova edizione».

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