RECENSIONI
13 Novembre 2025 - 18:30
rubrica a cura di Eva Monti
Tutto sta nella parola. Non è un caso che sia questo il titolo del primo capitolo di "Con parole precise. Manuale di sopravvivenza civile" uscito ad ottobre come seconda edizione, rielaborata e corretta, del saggio del 2015, quando alcuni “populismi” si profilavano appena e le parole della politica istituzionale non erano ancora deragliate verso slogan e discorsi beceri e qualunquisti. Ed è sempre nel primo capitolo che fa una delle più lunghe citazioni tratte da libri altrui. In questo caso è Confesso che ho vissuto di Pablo Neruda. In quelle righe si legge: «Tutto sta nella parola. Tutta un’idea cambia perché una parola è stata cambiata di posto». Così, per quanto si possa amare la parola, non la si deve usare in modo improprio perché le parole possono chiarire o confondere, costruire realtà condivise o generare illusioni tossiche. Secondo l’autore, occuparsi del linguaggio e della sua qualità non è dunque un lusso da intellettuali o una questione da accademici: è un dovere cruciale dell’etica pubblica. E ci aiuta a distinguere la parola falsa...
su Luna Nuova di venerdì 14 novembre 2025
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