ALTA VALLE

Omicidio colposo a chi provoca valanghe

Richiesto per la prima volta. Intanto due morti funestano il Natale in alta valle

09 Gennaio 2014 - 21:30

Omicidio colposo a chi provoca valanghe

Per la prima volta in Italia gli sciatori fuoripista compagni della vittima di una valanga rischiano un processo con l’accusa di omicidio colposo. Il pm torinese Manuela Pedrotta ha infatti emesso la richiesta di rinvio a giudizio per i tre amici di Simone Caselli, 39 anni, di Maranello, morto travolto da una slavina il 9 dicembre del 2012 nel vallone del Rio Nero sulle montagne di Sauze d’Oulx. Consulenze avevano accertato che i quattro sciatori avevano provocato la caduta della massa di neve. Accuse analoghe potrebbero essere mosse anche ai danni dei protagonisti delle valanghe che hanno funestato il fine anno tra Bardonecchia e Claviere. Il 26 dicembre un 24enne francese morto sotto gli occhi dei suoi due fratelli, una donna contusa, cinque denunciati per aver provocato il distacco dei fronti nevosi avventurandosi dove era proibito. È il bilancio di due valanghe avvenute a brevissima distanza tra loro verso mezzogiorno, nelle località Melezet Selletta e Les Arnauds in zone dove le piste erano chiuse. Domenica 29 Riccardo Capitanio, 15enne studente torinese anni è rimasto ucciso da una valanga nella zona del Colletto verde al confine con la Francia. In base alle prime ricostruzioni il ragazzo scendeva fuoripista quando è stato travolto dalla valanga. Una zona in forte pendenza, a 2.500 metri di quota, che separa le piste di Monginevro da quelle della Val Gimont. È stato denunciato per valanga e omicidio colposo il compagno di discesa del quindicenne. Si tratta di un venticinquenne, fidanzato di una delle sorelle della vittima, che ha dato l’allarme.

su Luna Nuova di venerdì 10 gennaio 2014

 

 

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