S.ANTONINO
20 Ottobre 2014 - 23:12
Faceva un certo effetto, sabato mattina, vedere decine di persone sul sagrato della chiesa indaffarate a posizionare sedie, montare pedane, tirare fili, allestire casse e microfoni, e non vedere lui: Giovanni Votta. Colui che nella preparazione di qualsiasi grande manifestazione pubblica non mancava mai all’appello. Anzi, era il primo a farsi in quattro per mettere a puntino tutto il set. Fa strano, per il suo funerale, parlare di “grande manifestazione”, eppure questo è stato. Una manifestazione di straordinario affetto, anzitutto, da parte di migliaia di persone, raccolte in una piazza Libertà che, come prevedibile, si è rivelata troppo piccola per l’ultimo, caloroso abbraccio al maestro Giovanni Votta. Maestro di musica, da 32 anni alla direzione della filarmonica Santa Cecilia che lui stesso aveva contribuito a fondare nel lontano 1977. Maestro di vita, come i suoi musici lo hanno definito sul necrologio affisso in paese. E poi postino, e ancora simbolo di quel volontariato che non conosce confini, né barriere.
su Luna Nuova di martedì 21 ottobre 2014
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